Generali fuori dai grandi soci del "Corriere"

Perissinotto: "Dovremmo uscire dal patto Rcs". Inizia la manovra di allontanamento da Mediobanca

Generali fuori dai grandi soci del "Corriere"

Con una maggioranza più che bulgara, pari al 99% dei presenti (pari al 45,7% circa del capitale), i soci delle Generali hanno approvato ieri il bilancio 2011. Nonostante le polemiche a mezzo stampa con il group ceo Giovanni Perissinotto, ha votato sì ai conti anche il patron di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, attraverso la finanziaria Delfin. Unica assenza di rilievo, quella del socio ceco del Leone, Petr Kellner, a conferma di un sostanziale disimpegno in atto (quota dimezzata dal 2 all’1%). È invece aumentato, e non di poco, il peso del fondo sovrano della Norvegia, salito all’1,79% dallo 0,49% del 2011.
Perissinotto si è lungamente soffermato sulle strategie della compagnia, non senza prima aver fatto il punto sulla politica di pay out dopo il calo sotto il 40% per quest’anno che si è riflesso in una cedola più magra (0,20 centesimi contro i precedenti 0,45). «C’è stata una richiesta specifica dell’Isvap di limitare i dividendi - ha spiegato il capo del Leone - . Quest’anno dovremmo essere in grado di ristabilire la nostra politica di pay-out, con dividendi più elevati». L’andamento del primo trimestre è confortante: la raccolta premi è stata di 19,8 miliardi, con una crescita del 6,1% in termini omogenei.

Quanto alle alleanze oltre confine, Generali non esclude di riprendere le trattative per un’alleanza in Russia con Vtb («Ci lasciamo la porta aperta con la banca, qualora un giorno le condizioni lo suggerissero), mentre per l’India Perissinotto spera che «la barriera che c’è oggi, quella del tetto massimo del 24% (per le joint venture straniere, ndr), venga rotta». Nei prossimi 10 anni l’obiettivo è comunque quello di crescer anche attraverso le acquisizioni. Nel mirino ci sono Europa Centro Orientale, Cina, Brasile e Messico.

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