Generali, indagati Perissinotto e Agrusti

di Marcello Zacché

Da ieri si sa quello che si sussurrava da tempo: l'ex amministratore delegato delle Generali Giovanni Perissinotto e il suo direttore finanziario e generale Raffaele Agrusti sono indagati dalla Procura di Trieste. Lo ha scritto la Repubblica, trovando conferme di atti che risalgono al dicembre scorso e che finora erano rimasti segreti. Il reato ipotizzato è l'«ostacolo all'attività di vigilanza», derivante dalla scarsa trasparenza relativamente a una serie di operazioni finanziarie con parti correlate che, come noto, hanno poi generato anche la richiesta di una causa di lavoro verso Perissinotto e Agrusti, approvata dall'ultimo cda di mercoledì scorso.
Naturalmente per le Generali si tratta di un fatto clamoroso e, nello stesso tempo, di un motivo in più per tenere aperta - e chissà per quanto tempo - una ferita. Sono le modalità stesse di questo ultimo passaggio a buttare nuova benzina sul fuoco: è una coincidenza curiosa che avvisi di garanzia risalenti a 2-3 mesi fa siano stati resi pubblici proprio pochi giorni dopo il consiglio che ha votato l'azione legale contro i due ex manager Generali.
Come noto, i consiglieri si sono interrogati se fosse più opportuno promuovere, tramite l'assemblea dei soci, la «classica» azione di responsabilità prevista dal codice civile (di cui si era parlato già in un cda di luglio), ovvero se percorrere la strada giuslavorista, più rapida ma meno profonda (nonché indicata da comitati e consulenti): in pratica Perissinotto e Agrusti verranno accusati di irregolarità svolte in quanto «dipendenti» della società, e non come «amministratori». Una scelta che per l'ad Mario Greco, arrivato a metà 2012 e deciso fin da subito a fare chiarezza su alcuni dossier del passato, significa forse andare un po' meno a fondo del possibile. Ma così ha deciso il consiglio. Anche se ora, una volta appreso che i due manager sono anche indagati, le peggiori ipotesi sui possibili danni arrecati alla società paiono quantomeno più verosimili. Si vedrà.
Nello specifico, dietro agli avvisi di garanzia per Perissinotto ed Agrusti ci sarebbe la sparizione della documentazione relativa a sette operazioni compiute dalle Generali. Alle Generali non sarebbero stati trovati i documenti relativi. I quali, peraltro, potranno essere probabilmente rintracciati dal pm presso le controparti (banche e finanziarie coinvolte). In relazione all'indagine, si è anche appreso che l'ad Greco nelle settimane scorse è stato sentito in qualità di persona informata dei fatti dai pm titolari del caso, Federico Frezza e Matteo Tripani. In Procura, sempre come persone informate dei fatti, sono stati sentiti anche Enrico Marchi e Andrea De Vido della merchant bank Finint, come era già noto già da gennaio. Sentiti anche alcuni funzionari di Generali, per una questione legata all' archiviazione di documentazione.

Nessun interrogatorio, invece, per l'ex ad: «Perissinotto non è mai stato interrogato o ascoltato dai magistrati». È la dichiarazione, oltre a un «no comment», che l'avvocato Giovanni Borgna, legale dell'ex ad, ha rilasciato ieri. Aggiungendo che Perissinotto, è «sereno », sicuro che «la vicenda sarà chiarita».

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