Economia

Generali investe 300 milioni per il 24,5% di Cattolica

Si tratta per un aumento di capitale riservato e per il passaggio alla spa. Gli equilibri nella partita Intesa-Ubi

Generali investe 300 milioni per il 24,5% di Cattolica

Generali entra nella partita Cattolica. Il gruppo triestino guidato dall'ad Philippe Donnet tratta per sottoscrivere gran parte della ricapitalizzazione da 500 milioni richiesta dall'Ivass alla compagnia veronese guidata da Paolo Bedoni. Le indiscrezioni, che trovano conferme ancorché ufficiose in ambienti vicini al dossier, indicano che il Leone è pronto a investire fino a 300 milioni, per una quota di capitale fino al 24,5 (oltre il 25% scatta l'Opa obbligatoria). Dettagli che svelano una trattativa avanzata e per un ruolo di primazia.

Di sicuro, almeno dal punto di vista razionale, una tale ipotesi esclude che Cattolica possa mantenere il modello cooperativo attuale: difficile pensare che Generali investa 300 milioni, diventi il primo azionista della compagnia (il secondo, con il 9%, è al momento Berkshire Hathaway di Warren Buffett) senza avere un riscontro in termini di governance e di peso in cda. Per Cattolica, quindi, e per il suo presidente Paolo Bedoni, strenuo sostenitore della cooperativa, finirebbe un'era. Ma ne inizierebbe un'altra molto interessante dal lato industriale, avendo con Generali un partner sia di prodotto, sia commerciale del massimo standing in Italia. Certo, bisognerà poi vedere le ricadute in termini di antitrust, ma ora è prematuro.

L'operazione si inserisce anche nel complesso rimescolamento di equilibri della finanza nazionale. Cattolica si era infatti schierata nella partita dell'offerta lanciata da Intesa su Ubi in difesa di quest'ultima, rilevando l'1%. E questo nonostante il difficile momento attraversato dalla società, che ha visto il deterioramento dei propri parametri patrimoniali fino, appunto, all'intervento dell'Ivass. Ma con Generali a fare da cavaliere bianco, l'asse sembra spostarsi verso il fronte «opposto»: l'advisro di Intesa nell'offerta di acquisto su Ubi è infatti Mediobanca, che è a sua volta il primo azionista di Generali, con il 13%. Il che fa supporre come l'iniziativa triestina non incontri certo l'opposizione di Piazzetta Cuccia.

Come se, nel riassetto bancario assicurativo previsto da Intesa-Ubi (che coinvolge anche Unipol per alcune attività di Ubi stessa) Cattolica diventi da ora un nuovo tassello chiave.

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