
Aumentano i dubbi sul varo del progetto Generali-Natixis. A fine 2024 il management del Leone, a ridosso della sua scadenza, aveva annunciato l'accordo con la francese Bpce che controlla la società del risparmio gestito. Della joint venture negli ultimi mesi si è sentito parlare poco.
L'accordo è in standby, ne ha fatto cenno, lo scorso 6 agosto lo stesso Philippe Donnet per assicurare che le discussioni stanno procedendo dopo la conclusione della fase di consultazione dei sindacati e dei dipendenti. "Penso che i prossimi passi saranno dopo l'estate", ha detto l'ad del Leone senza dare altri dettagli e precisando che "non c'è niente di definitivo. Avevamo firmato un memorandum of understanding che non era vincolante. Adesso l'obiettivo è, spero, di riuscire a firmare un contratto vincolante per entrambe le parti ma non ci siamo ancora".
L'estate è finita e si comincia già a discutere di penali. A conferma dei rumors secondo cui il progetto alla fine non andrà in porto. Ieri l'agenzia Bloomberg ha sottolineato che il piano appare sempre più fragile. Nessuna delle due società ha ancora presentato il contratto per la firma ai rispettivi cda, sebbene la firma fosse originariamente prevista per giugno. I dirigenti non sono sicuri che l'accordo si concretizzerà. Ora, la conquista di Mediobanca da parte di Mps, e le conseguenti dimissioni dell'ad Alberto Nagel, aggravano i dubbi. Perché il banchiere ormai ex dell'istituto di Piazzetta Cuccia, azionista del Leone, è sempre stato un importante sostenitore della linea scelta da Donnet. Mentre i grandi soci Caltagirone e Delfin si sono opposti all'operazione Natixis. Così come la preoccupazione del governo Meloni è che i risparmi degli italiani possano essere ceduti a un controllo straniero.
Generali ha respinto le critiche, affermando che la governance della joint venture sarebbe equilibrata e che l'assicuratore manterrebbe la proprietà degli asset che investirebbe nella joint venture. Da Bpce assicurano che "il processo sta proseguendo" e che "il programma di lavoro è stato adattato per tenere conto del contesto attuale". I top manager di Generali, scrive Bloomberg, hanno chiesto ai loro omologhi di Bpce di rimuovere una penale di 50 milioni di euro in caso di rottura.
Donnet avrebbe fatto sapere ai funzionari del governo italiano che non porterà avanti l'operazione se Roma si opporrà ad essa. Alla Bpce, il management si sta dando tempo fino alla fine dell'anno per valutare se l'accordo può ancora concretizzarsi. Ma l'integrazione del Leone con Natixis è sempre più improbabile.