Le Generali tirano dritto sul dividendo

Resta la cedola, ma divisa in due tranche. Il Leone: "Solidi e vicini alle famiglie"

Le Generali tirano dritto sul dividendo

Generali conferma il dividendo 2020. Sarà tuttavia una distribuzione in due tranche: la prima di 0,50 euro a maggio e la seconda di 0,46 euro entro la fine dell'anno e «soggetta a verifica consiliare, nonché al positivo accertamento della conformità alle disposizioni e alle raccomandazioni di vigilanza al tempo vigenti». Una soluzione quindi di compromesso tra le esigenze dei 190mila azionisti del Leone di Trieste e gli inviti alla prudenza che, nelle ultime settimane, si sono succeduti da parte di Eiopa e Ivass.

Forte della sua solidità patrimoniale (a marzo la Solvency II si attestava al 200%) e della cassa a disposizione del gruppo (3,5 miliardi circa in teoria da destinare alle acquisizioni), Generali ha così seguito la strada già avviata da Allianz e Zurich che, nonostante i tempi di pandemia, hanno confermato la politica di retribuzione degli azionisti.

«Anche se gli esatti effetti della crisi legata alla diffusione del Covid-19 restano incerti, non ci sono ragioni per avere dubbi sulla stabilità del gruppo, il cui coefficiente di solidità patrimoniale rimane solido e ampiamente all'interno dell'intervallo desiderato» sostiene una nota del Leone, secondo cui «il cda riconosce l'importanza del flusso cedolare per molti azionisti istituzionali e retail particolarmente nell'attuale contingenza». Sono quasi 50mila gli investitori privati presenti nel capitale di Generali che, in tempi di magra come quelli attuali, possono festeggiare la conferma della retribuzione del capitale.

Tra i grandi investitori del Leone invece, oltre a Mediobanca (al 13,03% del capitale) - per cui la partecipazione in Generali è d'oro (la divisione principal investing che gestisce prevalentemente la quota nel Leone di Trieste ha contribuito sugli utili dell'ultimo esercizio della banca d'affari per 314,2 milioni su un totale di 860 milioni) -, ci sono alcuni dei maggiori imprenditori italiani. La lista comprende il gruppo Caltagirone che ha in mano il 5,13% di Generali, la Delfin di Leonardo Del Vecchio che ha 4,86% di Generali (ed è vicina al 10% della stessa Mediobanca), Edizione dei Benetton (4%) e le famiglie Boroli-Drago (1,7%). Agli investitori istituzionali infine fa capo il 38,17% del capitale.

Generali ha inoltre annunciato che l'ad, Philippe Donnet, i componenti del «group management committee» e gli altri dirigenti con responsabilità strategiche hanno deciso volontariamente di ridurre la propria remunerazione fissa del 20%, a partire da aprile 2020 e fino a fine anno».

Risolto il tema dividendi rimane aperto quello sulla governance.

L'assemblea dei soci del 30 aprile è chiamata a deliberare anche sull'introduzione della lista del cda, una pratica già prevista, tra l'altro, dallo statuto di Mediobanca. Ma a Trieste la strada potrebbe rivelarsi in salita. ll 15 aprile è fissata un'altra riunione del cda di Generali, un incontro «ordinario», precisano da Trieste.

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