Economia

Germania, Francia, Italia "zavorre" dell'Eurozona

Germania, Francia e Italia "zavorre" dell'Eurozona. L'Ocse: "La ripresa si ferma"

Germania, Francia, Italia "zavorre" dell'Eurozona

L'Economic outlook dell'Ocse non prospetta nulla di buono. Nonostante alcuni dei Paesi membri stiano "cominciando a risalire la china", nel suo insieme "la zona euro sta rallentando fino a fermarsi e rappresenta un rischio rilevante per la crescita mondiale, con la disoccupazione che resta alta e l’inflazione persistentemente lontana dall'obiettivo". Non solo. I Paesi del G20 restano anche vulnerabili sul fronte dei conti pubblici. "Nelle economie avanzate - avverte l'istituto parigino - sono stati fatti pochi progressi nel ridurre i livelli elevati di debito pubblico e privato ereditati dal periodo pre-crisi, in parte perché la crescita è stata lenta e l’inflazione bassa".

La crescita nell’Eurozona ha subito una frenata a causa della debolezza delle economie di Germania, Francia e Italia, che hanno annullato l’impatto dei miglioramenti nei paesi periferici dell’area. Il pil dell’Italia crescerà dello 0,2% nel 2015 e dell’1% nel 2016. Nonostante il lieve miglioramento rispetto al +0,1% di settembre, l'Ocse colloca il Belpaese in fondo alla classifica per l’anno prossimo, davanti alla sola Russia, ferma a zero. Ma è tutta l'Eurozona a tremare. Come ha spiegato il capo economista Catherine Mann durante la presentazione dell'Economic outlook, l'unione monetaria "corre il rischio di trovarsi una crescita zero e un’inflazione zero", cosa per cui l’Ocse è "preoccupata, molto preoccupata". "C’è una probabilità di deflazione e di crescita zero del pil e stagnazione - ha spiegato - e quando questi rischi esistono deve essere un momento capitale per i politici, per fare un passo avanti sulle loro proposte in materia di riforme". Nelle sue stime di crescita, però, l’Ocse al momento presume che il rischio negativo non si materializzerà, ma al contrario "le misure strutturali approvate saranno implementate e porteranno i loro frutti, lo stimolo monetario continuerà, cosa che permetterà all'Eurozona di rivitalizzarsi".

Le preoccupazioni dell'Ocse sono condivise anche dalla Bce. Il governatore Mario Draghi ha denunciato un ulteriore indebolimento della crescita: "Ci sono segnali che indicano una revisione al ribasso delle previsioni economiche". Sulla crescita pesano alta disoccupazione e anche rischi geopolitici che frenano la fiducia. Non solo. L’inflazione della zona euro dovrebbe restare sui livelli attuali nei prossimi mesi, risalendo gradualmente nel 2015 e 2014. Ma gli sviluppi dei prezzi dovranno essere monitorati "attentamente" dalla Banca centrale.

Nel Preliminary economic assessment l'Ocse consiglia alla Bce di avviare un programma di quantitative easing seguendo l’esempio di Stati Uniti e Giappone. L'obiettivo è allontanare lo spettro della deflazione acquistando anche titoli di Stato. "Alla luce di un’economia debolissima e del rischio di deflazione, la Bce dovrebbe espandere il suo sostegno monetario oltre le misure già annunciate - sostiene l’Ocse - ciò dovrebbe includere un impegno a un acquisto consistente di attività finché l’inflazione non sarà tornata nei ranghi". Secondo l’organizzazione di Parigi, "ulteriori acquisti di attività potrebbero includere obbligazioni garantite da mutui con bassi rating, corporate bond e titoli di Stato". Dal canto suo Draghi ha fatto sapere che la Bce è "unanimemente" pronta a "ulteriori misure non convenzionali", anche se quelle già prese dovrebbero portare l’inflazione gradualmente verso il 2%.

Tuttavia il consiglio della Bce ha "dato mandato allo staff della Bce di preparare ulteriori misure, se necessarie".

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