Camilla Conti
A riaccendere la battaglia in Rcs, più che la sentenza del Tar che ieri sera ancora si faceva attendere, sono le poltrone. Scade infatti oggi il termine per presentare le liste per il rinnovo del cda della Rizzoli in vista dell'assemblea degli azionisti del prossimo 26 settembre. Oltre a Cairo Communication, che dopo il successo dell'Opa detiene il 59,83% della società, anche i soci della cordata concorrente presenteranno una lista di minoranza. Non sarà quindi la sola International Media Holding, il veicolo creato per lanciare l'Opa e che ora possiede il 2% di Rcs, a presentare la rosa di nomi, in quanto i soci non le hanno conferito le rispettive quote (detengono nel complesso il 22,6% del capitale).
A Cairo, azionista di maggioranza, spettano i due terzi del cda. Oggi il board Rcs è formato da 9 componenti, 6 indicati dalla vecchia lista di maggioranza e 3 dalle minoranze (2 sono espressione dei fondi). Per statuto il consiglio può essere composto tra 7 e 11 membri, eletti con voto di lista. Se Cairo lo riducesse al minimo di 7, la sua lista dovrebbe indicare 4 consiglieri, quanti cioè esprime già oggi, dopo essersi insediato come presidente e ad il 3 agosto. In quell'occasione erano entrati in cda anche Stefania Petruccioli (che ieri ha rassegnato le dimissioni dal board di Cairo Com) e Marco Pompignoli, mentre era già espressione di Cairo il consigliere Stefano Simontacchi. Se il numero di consiglieri si attestasse invece sui 9 attuali, l'editore dovrebbe indicare altri due nomi per creare una «squadra di lavoro». Tra i papabili potrebbe esserci anche Gaetano Miccichè, presidente di Banca Imi (Intesa Sanpaolo) che ha seguito in prima linea l'intera sfida contro Bonomi&c. Quanto ai fondi, gran parte delle partecipazioni in capo a loro sono state consegnate alle offerte pubbliche che si sono chiuse a metà luglio. Potrebbero non esserci più i numeri per presentare una lista.
Fra i soci Rcs c'è intanto attesa per il verdetto del Tar del Lazio sui ricorsi con i quali Pirelli, Diego Della Valle e Imh hanno contestato la scelta della Consob di non sospendere l'Opas di Cairo. La discussione in camera di consiglio martedì scorso è durata circa tre ore e mezza e i giudici si sono riservati di pubblicare nel pomeriggio di ieri la propria decisione collegiale. Che, però, quando il Giornale è andato in stampa non è stata ancora diffusa. La richiesta dei soci Rcs era stata quella di annullare il comunicato con cui Consob aveva deciso di non sospendere in via cautelare l'offerta di acquisto e scambio di Cairo. Della Valle aveva spiegato dopo il ricorso di essersi mosso contro un'autorità che a suo giudizio in tutta la partita sarebbe «mancata pesantemente». Martedì non sarebbe però stato trattato dai giudici il merito dei ricorsi ed è probabile che su questo punto il Tar si esprima entro fine anno.
Infine, dalla semestrale di Exor emerge che la cassaforte degli Agnelli ha ottenuto una plusvalenza di 4,8 milioni dalla cessione del suo pacchetto di azioni Rcs.
Il 9 giugno la holding aveva comunicato di aver completato la cessione del suo pacchetto di 25,5 milioni di titoli per 17,3 milioni a un prezzo quindi di 0,7 euro per azione. Le quotazioni del gruppo editoriale nelle settimane successive erano salite ben oltre questo valore grazie alla battaglia fra Cairo e Imh e ora viaggiano attorno agli 0,97 euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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