Camilla ContiNelle scorse settimane il tracollo dei listini e quello del prezzo del cemento hanno fatto alzare le antenne ai trader nelle sale operative sulla fusione fra la tedesca Heidelberg e Italcementi. In particolare, erano circolati timori su una possibile revisione dell'accordo con la cassaforte della famiglia Pesenti, Italmobiliare, a seguito dell'allargamento dello spread tra il prezzo di Italcementi (ieri 10,15 euro in Borsa, dopo un +1,4%) e quello dell'offerta per il 45% del colosso bergamasco (10,6 euro per azione). L'operazione era stata annunciata a luglio 2015 e prevedeva il passaggio del controllo di uno dei pezzi storici dell'industria italiana spuntando un premio monstre riconosciuto a tutti gli azionisti del gruppo a seguito del lancio di un'offerta pubblica di acquisto a un prezzo appunto di 10,6 euro per azione, ovvero il 70,6% in più rispetto al prezzo di Borsa dei tre mesi precedenti e al valore segnato il 28 luglio dal titolo pari a circa 6,6 euro. La famiglia Pesenti incassa da Heidelberg quasi 1,7 miliardi, uno dei quali in contanti e il resto in azioni del gruppo tedesco (fra il 4 e il 5,3%). «L'impegno era a comprare i titoli Heidelberg attorno ai 72,5 euro mentre ora girano attorno ai 61. Anche i tedeschi quindi hanno tutto l'interesse a finalizzare il deal», commenta un analista. Ricordando che il premio strappato dai Pesenti vale anche per gli altri piccoli azionisti «trattando per se', hanno trattato per tutti». Ieri HeidelbergCement ha comunque dissipato i dubbi del mercato e ha anche rivisto al rialzo la valutazione delle potenziali sinergie dalla fusione con il gruppo cementiero italiano. Nel rendere noti i risultati del trimestre - chiuso con un aumento del 2% dei ricavi a 3,4 miliardi - i tedeschi hanno sottolineato i «notevoli progressi» dell'acquisizione dell'azienda italiana: la valutazione delle potenziali sinergie si è conclusa a inizio 2016 e «sulla base del potenziale addizionale identificato in molte aree, l'obiettivo sinergia è stato notevolmente aumentato ancora una volta, da 300 milioni a 400 milioni», si legge in una nota del gruppo dove si aggiunge che ciò include gli effetti positivi di costi di finanziamento e tasse. Nel frattempo la fusione con Italcementi ha ricevuto il via libera dalle autorità antitrust di India, Canada, Marocco e Kazakistan, in attesa dei verdetti delle autorità garanti della concorrenza degli Stati Uniti e dell'Ue che sono attualmente in corso.
HeidelbergCement prevede quindi che l'acquisizione della quota del 45% del gruppo italiano possa «essere concluso nella prima metà del 2016». Seguirà l'Opa obbligatoria (sempre a 10,6 euro) sul rimanente 55% del capitale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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