Economia

I manager-soci scommettono su Portobello

Sottoscritti warrant esercitabili solo se il titolo raddoppierà di valore

I manager-soci scommettono su Portobello

Portobello la catena di negozi retail basata sul cambio merce pubblicitario e quotata in Piazza Affari lancia un forte segnale al mercato. Ieri pomeriggio il cda ha deliberato un'emissione di warrant riservata ai due soci co-fondatori operativi in azienda, il presidente Pietro Peligra e il direttore generale Roberto Panfili. I due manager azionisti acquisteranno in tutto 200mila diritti a un prezzo complessivo di circa 550mila euro, 2,73 euro ciascuno, secondo la valutazione effettuata da un team di professori della Bocconi. I warrant, che non saranno negoziabili, alla scadenza dei due anni consentiranno ai due possessori di acquistare altrettante azioni Portobello a 40 euro, a condizione che il loro valore di mercato in quel momento sia pari o superiore agli 80 euro. Il messaggio di fiducia che viene lanciato agli investitori è evidente: i due manager alla guida dell'azienda credono a tal punto nell'aumento di valore della società da scommettere personalmente una cifra importante nella convinzione che fra 24 mesi il beneficio che ne avranno sarà di 40 euro ad azione, quando le quotazioni dell'ultimo periodo sono intorno ai 37 euro. In realtà, Roberto Panfili è convinto che la quotazione «arriverà a 100 euro a breve», molto prima della scadenza.

I fondamentali della società sono molto solidi. Nel 2021 il fatturato è salito a 88 milioni (+36%) con un Ebitda di 16,5 (+52%). La catena continua a crescere: quest'anno passerà dagli attuali 12.500 metri quadrati commerciali a 30mila, che entro tre anni saliranno a 70mila. Secondo le ultime stime effettuate dagli analisti, il fatturato del 2024 sarà superiore ai 200 milioni, con un Ebitda di oltre 50. Per aprire un negozio standard l'investimento complessivo è di 1.200 euro a metro quadrato e per finanziare la crescita sono state aperte alcune linee di credito. L'indebitamento risulta comunque ampiamente sotto controllo («il rapporto è di 1 a 1 con l'Ebitda, quando in media i parametri migliori si fermano a 1 a 3, dove 3 è la posizione finanziaria netta», spiega Panfili) e in ogni caso lo sviluppo genera nuova redditività. Portobello è nata nel 2016 ed è quotata in Borsa dal 2018; il titolo è passato in 4 anni da 5 a 37 euro, segnando un anno fa un massimo di 50 euro poi eroso dalle prese di beneficio (+1,07% a 37,9 euro la chiusura di ieri). Il flottante è il 35% e il lotto minimo di contrattazione è fissato in 150 azioni «per invogliare l'investimento di chi ci crede e tenere una barriera alla piccola speculazione».

La guerra, le materie prime, il calo del potere d'acquisto e l'inflazione non sono considerati freni all'attività: «Portobello ha i prezzi più bassi del mercato, quindi se c'è meno denaro da spendere se ne avvantaggerà sulla concorrenza».

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