La famiglia Moratti blinda per tre anni il controllo di Saras dopo aver aperto il capitale ai russi di Rosneft (21%). Le due holding alla testa del gruppo - e che fanno capo ai fratelli Gianmarco e Massimo - hanno sottoscritto un patto ad hoc che vincola il 50,02% del capitale sociale (25,01% ciascuno). Come previsto dagli accordi presi al momento della scissione dell'accomandita di famiglia, i due fratelli hanno deciso di vincolare la maggioranza assoluta e garantire stabilità.
Il patto riguarda anche la nomina degli organi sociali, l'esercizio del diritto di voto nelle assemblee e un obbligo reciproco di intrasferibilità delle quote possedute in Saras. In particolare, i fratelli Moratti si impegnano «a conferire nel patto tutte le azioni Saras che dovessero essere successivamente detenute».
Al tempo stesso «nessuna delle parti potrà divenire titolare di nuove azioni in aggiunta alle rispettive azioni Saras detenute alla data di sottoscrizione del patto senza il preventivo consenso scritto dell'altra parte, salvo nei casi di sottoscrizione di aumenti di capitale, anche a titolo gratuito».
L'accordo vale tre anni e potrà essere rinnovato per un altro triennio se, almeno sei mesi prima della scadenza, nessuna delle parti avrà comunicato l'intenzione di non rinnovarlo.
Oltre ai Moratti, il gruppo attivo nella raffinazione è partecipato dalla russa Rosneft (al 21%), e dalle Assicurazioni Generali (2,38%).
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