Economia

Ilva, trovato l'accordo. Ora parola ai lavoratori con il referendum

La trattativa è andata avanti tutta la notte. Niente esuberi né riduzione dei salari. I sindacati esultano. Salgono a 10.700 le assunzioni assicurate. Gli altri entro il 2023. Di Maio: "In arrivo una legge speciale per Taranto"

Ilva, trovato l'accordo. Ora parola ai lavoratori con il referendum

Sul futuro dell'Ilva di Taranto c'è l'accordo tra il gruppo franco indiano Arcelor Mittal e il governo italiano. Salgono a 10.700 le assunzioni assicurate subito (e senza condizioni). Tutti gli altri punti della trattativa, che è durata tutta la notte e ha visto la partecipazione del vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio, sono stati risolti, secondo quanto si apprende da fonti sindacali. Il tavolo del negoziato al ministero dello Sviluppo riprende stamani per mettere a punto le carte. Uscendo dalla sede del ministero dello Sviluppo economico Di maio ha twittato: Su Ilva "aspettiamo qualche altra ora, ma sono molto fiducioso; siamo all’ultimo miglio".

"Tutti i lavoratori dell’ Ilva assunti" da Am Investco. Questo l’esito della trattativa condotta al Mise dai sindacati metalmeccanici, secondo le parole della segretaria generale della Fiom Francesca Re David: "Si parte da 10.700 ma c’è l’impegno ad assumere tutti i lavoratori entro il 2023 senza nessuna penalizzazione su salari e diritti - ha riferito - è quello che avevamo chiesto". L’accordo, ha spiegato Re David, per essere valido deve essere approvato nelle assemblee dei lavoratori attraverso il referendum. "Siamo fiduciosi", ha concluso Re David.

"L’elemento importante è che non ci sono esuberi", sottolinea il segretario generale della Uilm Rocco Palombella. "Noi - spiega Palombella - sostenevamo che bisognasse aumentare il numero degli assunti da subito e siamo riusciti ad ottenere un numero importante: 10.700 lavoratori compresi i 285 delle affiliate. Ora manca guardare i testi e correggerli". Il piano, ha spiegato ancora il leader Uilm, prevederà il completo assorbimento di tutti i lavoratori a partire dalla fine del Piano ambientale e in concomitanza con la cessazione dell’Ilva in liquidazione; a partire dal 2023, quindi, ci sarà il riassorbimento dei lavoratori che non hanno avuto accesso agli ammortizzatori. Non ci sarà riduzione dei salari", ha aggiunto Palombella. Ieri infatti nella bozza circolata si prevedevano degli accordi per mantenere invariato il costo del lavoro con diminuzione dell’orario di lavoro. "I salari - ha concluso - saranno mantenuti così come i diritti acquisiti".

Dopo alcune ore arriva la conferma ufficiale: i rappresentanti dei sindacati e di ArcelorMittal e i commissari straordinari hanno siglato l’ipotesi di accordo sull’Ilva al ministero dello Sviluppo economico, alla presenza del ministro Di Maio. Dal governo una dichiarazione di condivisione. L’ipotesi di accordo sarà sottoposta al referendum dei lavoratori. Dopo seguirà la firma ufficiale.

Di Maio esulta: "Obiettivo raggiunto in tre mesi"

"Abbiamo raggiunto un obiettivo" con l'accordo sull'Ilva "in tre mesi dopo sei anni di inconcludenze". Ad affermarlo è il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, dopo l'accordo raggiunto sull'Ilva. Oggi "inizia solo un percorso" che sarà molto lungo, sottolinea il ministro. Che poi aggiunge: "Arriverà una legge speciale per Taranto".

Confindustria: "Bel segnale per il Paese"

''La chiusura dell'accordo sull'Ilva di Taranto è un bel segnale per il Paese - afferma il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia -. Ed è la riprova che è possibile coniugare le ragioni dell'occupazione con quelle dell'ambiente e dello sviluppo nel rispetto delle prerogative dell'acquirente.

Auspichiamo che possa essere l'inizio di una svolta che riporti la questione industriale al centro dell'attenzione nazionale''.

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