Ilva, ultimatum di Urso a Taranto: pronta l'alternativa Gioia Tauro

Se il consiglio comunale non darà via libera a breve il polo nazionale del Dri nascerà sulle coste calabre

Ilva, ultimatum di Urso a Taranto: pronta l'alternativa Gioia Tauro
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Prove generali al porto di Gioia Tauro candidatosi per il polo del preridotto dell'ex Ilva in alternativa a Taranto. Nella mattinata di ieri il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha incontrato il governatore della Calabria Occhiuto e i sindaci di Gioia Tauro e San Ferdinando lanciando di fatto un messaggio chiaro che è suonato come un legittimo ultimatum: "Siamo qui per capire insieme come possa finalmente partire alla grande questo polo logistico-portuale significativo, consistente, ma anche di sviluppo produttivo, economico e sociale utilizzando al meglio l'area della Zes", ha detto il ministro annunciando che "da domani si insedierà al nostro ministero, che coordinerà i lavori insieme ai ministeri delle Infrastrutture, dell'Ambiente e dell'Economia, un tavolo per capire cosa si possa fare a partire dall'ipotesi di realizzare qui il polo nazionale del Dri". Il Dri, ovvero il preridotto di ferro, è il materiale che dovrà essere caricato nei nuovi forni elettrici dell'ex Ilva. Produzione sulla quale, al momento, manca il sì del consiglio comunale. A Taranto, però, ha ribadito Urso, "spetta la prima scelta per motivi morali, storici, ma anche economici e sociali. E la scelta dovranno farla nei prossimi giorni nel consiglio comunale che è stato già convocato".

È attesa per l'11 agosto la seduta monotematica per discutere delle questioni legate all'accordo di programma per la decarbonizzazione dell'ex Ilva. L'assise era stata fissata inizialmente per il 30 luglio, ma era stata rinviata per le dimissioni del sindaco Piero Bitetti, poi ritirate. Il consiglio comunale dovrà esprimersi definitivamente su quale produzione vuole a Taranto. Il primo cittadino aveva già espresso il no all'ipotesi di una nave rigassificatrice, proponendo una terza via rispetto ai due scenari che erano stati prospettati dal governo: tre forni elettrici e un impianto Dri, per la produzione di preridotto da impiegare nei forni. Ora, inoltre, chiede al governo di far fronte ai futuri esuberi.

Intanto, il 31 luglio al Mimit è stato redatto un verbale (non firmato dai sindaci di Taranto e Statte e dal presidente della Provincia) che sancisce l'impegno verso la piena decarbonizzazione dell'ex Ilva e consente la

riapertura della gara per la vendita degli asset. Il ministero, d'intesa con le istituzioni presenti, ha fissato un ultimo definitivo vertice per il 12 agosto per avere le risposte che mancano da parte degli enti locali.

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