Solo pochi giorni fa le prime indiscrezioni dicevano che il colosso della birra Anheuser-Busch Inbev era sul punto di acquistare il restante 50% della messicana Modelo, nota per il marchio Corona, per 12 miliardi di dollari. Ieri, quando la notizia è stata ufficializzata, quella cifra era già lievitata a 20,1 miliardi, con un premio del 30% sui prezzi di Borsa.
AB Inbev, che ha nazionalità belga e capitale diffuso, era già prima delloperazione il primo gruppo birrario nel mondo, con una quota che ora si stima intorno al 20% del mercato globale, con un fatturato 2011 intorno ai 40 miliardi di dollari; tra i suoi brand, alcuni celeberrimi come Stella Artois, Becks, Leffe, oltre allamericana Budweiser, acquistata nel 2008, nel cui portafoglio si trovava appunto il 50% di Modelo: oggi questa quota sale al 100%. Corona (marchio molto noto anche in Italia, dovè distribuito da Carlsberg) è stata fondata nel 1925 e possiede il 50% del mercato messicano.
Proprio questa presa tenace nel mercati sudamericani è stata una delle ragioni che hanno indotto i vertici della AB Inbev al costoso acquisto (sostenuto per 14,5 miliardi da prestiti bancari): nelle logiche di un gruppo globale, i mercati in più rapido sviluppo vanno a compensare il calo dei consumi nelle aree più mature. Con questa operazione, potendo consolidare lintera Modelo, il gruppo aumenta le proprie dimensioni: produrrà 400 milioni di ettolitri di birra allanno, sarà presente in 23 Paesi con 150mila dipendenti e più di 200 marchi.
Il mondo della birra risulta molto concentrato, in virtù delle economie di scala e dei fortissimi investimenti promozionali e commerciali: per quote di mercato il secondo gruppo è la sudafricana Sabmiller (9,8% nel 2011), seguita da Heineken (8,8%), Carlsberg (5,6%), e da due cinesi: China resource enterprise (5,4%) e Tsingtao Bewery (3,6%).
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