"Perché non fare un fondo per investire su politiche dell’integrazione degli immigrati attingendo a un alto ’free riding’ sui contributi degli immigrati?". È questa la domanda che si pone il presidente dell’Inps, Tito Boeri, presentando il rapporto WorldWideInps. L’Inps e le pensioni all’esterò, realizzato dalla direzione centrale Convenzioni internazionali e comunitarie. "Le persone con cittadinanza non italiana -fa notare Tito Boeri- nate prima del 1949 (ultra 66enni e 3 mesi), con contribuzione Inps, che non hanno sin qui ricevuto (loro o superstiti) prestazioni previdenziali Inps e non hanno ricevuto rimborso della decontribuzione, sono 198.430 (su 927.448, quindi il 21%)". "Hanno versato contributi -spiega- che, capitalizzati in base alle regole del contributivo, valgono oggi oltre 3 miliardi di euro. È un fenomeno in crescita anche se per i nuovi iscritti dal 1996 non è più richiesta anzianità contributiva minima per accedere alla pensione di vecchiaia a 66 anni (più i mesi di adeguamento alla speranza di vita)".
"Gli oneri previsti -continua- per lo svolgimento del servizio sono compresi nella commissione bancaria a carico dell’Istituto. L’istituto di credito, direttamente o tramite la corrispondente estera, è tenuto a prestare un servizio di assistenza al beneficiario con un contact center raggiungibile attraverso telefono, fax, posta elettronica e corrispondenza cartacea". "Sul sito Internet www.inps.it -sottolinea Giuseppe Conte- è pubblicata un’apposita area, costantemente aggiornata, dedicata ai ’Lavoratori migrantì, dove è possibile reperire le informazioni relative ai lavoratori che si spostano da e per i Paesi comunitari ed extracomunitari".
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