Intesa vara la nuova governance: 4 manager nel «cdg»

Una Intesa Sanpaolo più efficiente e meno politica. È questo l'obiettivo delle modifiche statutarie approvate ieri, in prima lettura, dai due consigli della banca. La vera innovazione sarà rappresentata dalla diversa composizione del consiglio di gestione. Ferma restando la previsione statutaria (da 7 a 11 componenti), aumenterà la partecipazione dei manager a fianco dell'ad Enrico Tomaso Cucchiani. Se il consiglio avrà tra 7 e 8 componenti, gli executive saranno due, tra 9 e 10 saranno tre e quattro nella versione extralarge.
Nelle riunioni di ieri non si è parlato di nomi, ma è chiaro che, attenendosi allo Statuto, la scelta da effettuare al rinnovo della prossima primavera non potrà non contemplare i due direttori generali Gaetano Micciché e Carlo Messina (che è anche direttore finanziario). Analogamente, il capo della Banca dei Territori (che dovrebbe essere affidata a Giuseppe Castagna) potrebbe essere un «papabile». Non bisogna trascurare, infine, i capi delle strategie: il chief operating officer Francesco Micheli e il chief risk officer Bruno Picca. Quest'ultimo, di provenienza Sanpaolo, potrebbe, ove designato, subentrare a due «torinesi» come Ottolenghi e Firpo. Equilibrio da rispettare anche nei confronti di CrFirenze che oggi vede in cdg due rappresentanti tra cui l'ex presidente Benedetti. E senza dimenticare i tre nuovi componenti dello staff di Cucchiani: l'ex Jp Morgan, Silvana Chilelli, l'ex Rothschild, Ilaria Romagnoli e Tomas Spurny.
Quello che conta veramente, tuttavia, è il combinato disposto della modifica dello statuto. In primo luogo, grazie alla presenza dei due vicepresidenti esecutivi (al fianco del numero uno Beltratti) il cdg avrà sempre una maggioranza manageriale. In secondo luogo, scompariranno le tre commissioni ad hoc (piano industriale, crediti e operazioni straordinarie) che fino a oggi hanno «dialogato» con i ceo e che, originariamente, erano state concepite come camera di compensazione con Corrado Passera.
Il cambiamento, ideato dal presidente del cds, Giovanni Bazoli, con l'ausilio dei legali degli studi Pedersoli e Portale Visconti, ha lo scopo di rendere le procedure più snelle ed efficienti.

L'altra modifica riguarda invece le «quote rosa»: dalla prossima primavera i due consigli dovranno contemplare un 20% di posti riservati alle donne. Se i numeri resteranno quelli attuali, nel cds ci dovranno essere 4 posti su 19 riservati al gentil sesso e due nel cdg.GDeF

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