
La storica rete di distributori IP, con le sue oltre 4.600 stazioni di servizio e una capacità di raffinazione di circa 10 milioni di tonnellate annue, passa al 99,8% nelle mani della società statale azera Socar. L'accordo segna la fine di oltre novant'anni di controllo familiare per Api Holding, ma non un cambio di passo. La società di Baku, selezionata al termine di una procedura iniziata lo scorso anno, intende "agire in continuità per preservare e valorizzare la forte posizione di mercato di IP e la sua reputazione, assicurando una fornitura stabile di servizi di alta qualità ai propri clienti, partner e stakeholder".
Il completamento definitivo dell'operazione è programmato per il primo trimestre 2026. Questo dipenderà dal raggiungimento delle autorizzazioni necessarie, come i permessi antitrust. Ma, senza dubbio, il passaggio più delicato sarà il vaglio governativo attraverso il meccanismo del Golden Power, che rappresenterà anche una prova per valutare l'orientamento italiano verso la protezione delle proprie risorse energetiche. Nell'operazione Unicredit ha agito come consulente della famiglia Bracchetti Peretti, fondatrice di IP, mentre Socar, grazie al supporto di Intesa Sanpaolo, è riuscita a prevalere sulla concorrenza della svizzera Gunvor e del Bin Butti Group emiratino.
La convinzione, spiega una nota diffusa da Api, è che la cessione a un gruppo multinazionale dalle
solide credenziali consentirà a IP di proseguire nell'iter di costante perseguimento dell'eccellenza che ha caratterizzato la gestione nel corso degli anni, rafforzandone il posizionamento su scala sia nazionale che globale.