Italgas, nasce in Italia l'hub europeo

Investimenti raddoppiati: 15,6 miliardi al 2030 nella distribuzione di gas e nell'idrico

Italgas, nasce in Italia l'hub europeo
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Italgas trasforma l'Italia nel più grande hub europeo di reti gas e lancia un piano al 2030 da oltre 15 miliardi, abilitando il Paese a una transizione green che passi da una reale diversificazione delle fonti energetiche. Le reti sono le basi e il mezzo di questo cambiamento che, come ribadito anche dall'ad Paolo Gallo, non può essere «solo elettrico». Non è un caso che la rete Italgas sia digitale e abilitata a rinnovabili, biogas, idrogeno. Una mission che Gallo persegue da tempo, ma che l'acquisizione di 2i Rete Gas (conclusa sabato), ha accelerato dando al gruppo torinese quella dimensione che farà la differenza in tempi brevi.

Il gruppo ha superato il 50% della quota di mercato e per questo l'operazione - che frutterà oltre 200 milioni di sinergie - è al vaglio dell'Antitrust (4-6 mesi) e prevederà, lato Italgas, piccole dismissioni. Ma, soprattutto, un aumento di capitale da 1 miliardo (al closing), a cui il mercato guarda con molto interesse.

In questo quadro, il piano al 2030 definito dall'ad «storico» prevede 15,6 miliardi di investimenti (+92% rispetto al piano precedente) destinati a varie voci: l'acquisizione di 2i Rete Gas, gli interventi per lo sviluppo della distribuzione del gas in Italia e in Grecia, il rafforzamento della presenza nel settore idrico e l'accelerazione della crescita nel campo dell'efficienza energetica, con un forte commitment per il raggiungimento degli obiettivi climatici Ue.

Circa 12,8 miliardi andranno alle reti, di cui 2,7 miliardi alla loro completa digitalizzazione e alle applicazioni di Artificial Intelligence.

Alla controllata greca, Enaon, verrà destinato 1 miliardo di investimenti al 2030, principalmente per l'estensione della rete e la sua trasformazione digitale, favorendo così la penetrazione del gas naturale anche in aree non ancora raggiunte dal servizio, oltre ad abilitarla alla distribuzione dei gas rinnovabili. Questi investimenti consentiranno di estendere la rete greca dai 7.924 chilometri del 2023 a oltre 11mila chilometri a fine piano (+40% circa) e di aumentare il numero di clienti serviti dai 600 mila del 2023 a poco meno di 1 milione al 2030. Un'altra fetta di investimenti riguarda il settore idrico, al quale verranno destinai 450 milioni per selezionate operazioni di M&A.

Con riferimento all'efficienza energetica, invece, conclusa la stagione del Superbonus, il focus resta sull'espansione del business in maniera organica e per linee esterne, con un investimento complessivo previsto di 300 milioni.

Il tutto, per una crescita degli utili attesa a doppia cifra in arco di piano (con ricavi che toccheranno quota 3,6 miliardi e l'ebitda a 2,8 miliardi) e una politica di dividendi rivista al rialzo. Per gli azionisti (26% Cdp; 13% Snam) c'è la garanzia di una crescita al 2026 del dividendo almeno del 5% annuo rispetto al 2023 (0,352 euro per azione) e la conferma della redistribuzione del 65% dell'utile.

Grazie all'apporto di 2i Rete Gas e alla greca Enaon, Italgas diventa un colosso europeo, con oltre 6.500 dipendenti, 12,9 milioni di clienti, 8 milioni di contatori in Italia e in Grecia e 13 miliardi di metri cubi di gas distribuiti ogni anno in 154mila chilometri di rete.

Secondo Gallo con il piano Italgas getta le basi per la creazione di un «campione europeo nella distribuzione del gas che grazie a innovazione e trasformazione digitale assicurerà il raggiungimento dei target della transizione energetica, la

sicurezza degli approvvigionamenti e la sostenibilità dei costi dell'energia a persone e imprese».

Cauta la reazione del titolo in Borsa che, dopo un exploit iniziale, a fine giornata ha segnato un rialzo dello 0,56% a 5,43 euro.

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