In Italia 270 cantieri sono paralizzati Valgono 21 miliardi

Colpa della burocrazia e della crisi di alcune big Firenze «ostaggio» di Condotte e Gl Fincosit

In Italia 270 cantieri  sono paralizzati Valgono 21 miliardi

Duecentosettanta. Sono le opere pubbliche bloccate su tutta la penisola per un valore dei cantieri sospesi di 21 miliardi di euro. I numeri - che riguardano ponti, strade, tramvie ma anche molte scuole sparse soprattutto nei piccoli Comuni - sono stati raccolti ad aprile dall'Ance (l'associazione dei costruttori) verificando le segnalazioni al sito Sbloccacantieri.it.

«Un quadro pesante soprattutto a confronto con i dati ufficiali forniti dal ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture che in un anno ha censito 670 opere incompiute per 4 miliardi», sottolinea l'Ance. Il rischio è che le opere pubbliche oggi paralizzate possano presto entrare in quell'elenco. Intanto lo stallo si traduce in 330 mila posti di lavoro in meno e 75 miliardi di euro di mancate ricadute sull'economia.

Fra i cantieri sospesi ci sono quelli della Gronda di Genova (5 miliardi), la realizzazione della terza corsia dell'A1 tra Firenze e Pistoia (3 miliardi) e il sistema di tangenziali venete nel tratto Verona-Vicenza-Padova (2,2 miliardi) per arrivare a interventi per 78 milioni per la manutenzione ordinaria del Comune di Roma. Ma al netto del valore il problema rischia di diventare anche sociale: il 30% dei casi segnalati sono infatti opere di manutenzione e messa in sicurezza di edifici scolastici. Comprese le scuole colpite dal sisma del Centro Italia che ancora non riaprono: si tratta di 21 interventi che dovevano essere realizzati in tempo per la riapertura per l'anno scolastico 2017-18. Seguono le opere di gestione delle acque con il 29% delle segnalazioni concentrate principalmente nel Mezzogiorno (per le nuove norme del codice degli appalti che impongono di mettere a gara i progetti esecutivi), gli interventi per la viabilità che riguardano la messa in sicurezza, manutenzione e realizzazione di strade statali, provinciali e comunali (il 15% dei casi segnalati) e le opere idrogeologiche (11%).

I costruttori chiedono al governo di semplificare norme e procedure per rimettere in moto il Paese. Intanto, a peggiorare la situazione sono anche le crisi di alcune big del settore. Ne sanno qualcosa i fiorentini che sono ostaggio di due cantieri: quello per la linea 2 della tramvia, bloccata dal commissariamento di Gl Fincosit che ha chiesto il concordato preventivo e sospeso i pagamenti ai subappaltatori, e quello per l'Alta Velocità (stazione e tunnel) appaltato a Condotte. L'azienda romana, dopo aver rifiutato l'offerta del fondo britannico Attestor, è finito sotto commissariamento e ora, come prevede la prassi, deve presentare una dichiarazione di insolvenza al tribunale.

Il problema di molte big sta a monte e si chiama Stato: il 70% delle imprese di costruzioni registra ritardi nei pagamenti.

L'attesa media per un'azienda che realizza lavori pubblici è di 156 giorni (5 mesi) contro i 60 giorni previsti dalla normativa comunitaria. Ma c'è anche chi aspetta 180-195 giorni. A tutto ciò si aggiunge la macchina burocratica italiana che spesso blocca i cantieri o i contratti per decenni e i contenziosi aperti con le stazioni appaltanti.

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