Basta con le «mancette» da 100 milioni per imposte non pagate al fisco.
Ieri Kering, titolare di diversi marchi del lusso tra cui Gucci, ha definito il contenzioso con l'Agenzia delle Entrate che comporterà un sostanzioso esborso da 1,25 miliardi di euro comprensivi di interessi e sanzioni per ricavi non dichiarati. In pratica si tratta della più alta conciliazione fiscale mai raggiunta tra una società e il fisco italiano. Tutto è partito da una indagine della Guardia di Finanza che aveva contestato il mancato pagamento da parte di Kering delle tasse nel nostro paese tra il 2011 e il 2017 grazie a «una stabile organizzazione occulta» costituita dalla società ticinese Luxury Goods International, con sede a Cadempino in Svizzera. Il risultato era stata una maxi evasione da 1,4 miliardi per aver omesso di dichiarare ricavi totali, negli anni degli accertamenti, per 14,5 miliardi di Gucci che è anche la principale delle case di moda italiane possedute dal gruppo controllato da Henry Pinault. Nella definizione dell'intesa con l'Agenzia delle Entrate il gruppo Kering è stato assistito da Maisto e Associati, e ha impiegato la formula tecnica «dell'accertamento con adesione». La buona volontà dimostrata ha favorito anche la chiusura del contenzioso penale.
Il gruppo Kering controlla alcuni tra i più famosi marchi di moda, pelletteria, gioielli e orologi tra questi Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta, Balenciaga, Brioni, Pomellato, Girard-Perregaux che danno luogo a un giro d'affari d a 15 miliardi di euro con utili per 1,7 miliardi e 44mila dipendenti.
Nel dettaglio la definizione comporterà il pagamento di una maggiore imposta pari a 897 milioni di euro - ha spiegato la società in un comunicato- oltre a sanzioni e interessi per un totale pari a 1,25 miliardi. Inoltre è specificato che «sulla base di una stima iniziale, l'effetto di tale transazione sul bilancio consolidato di Kering del 2019 sarà pari a circa 600 milioni di imposte addizionali sul conto economico e di circa 1, 25 miliardi di flusso di cassa negativo sul rendiconto finanziario».
La transazione effettuata da Kering è molto più alta di quelle fatte da Facebook, Google, Amazon e Apple che, tutte insieme, fino ad oggi hanno pagato imposte evase per 800 milioni di euro.
Google ha pagato circa 300 milioni per un accertamento, Amazon e Facebbok soltanto 100 a testa. Apple è stata la prima a pagare. Nel 2015 sborsò 318 milioni di euro, accettando tutti i rilievi formulati dal fisco italiano, creando un precedente importante a livello internazionale.
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