L'«altra» Ferrari consola Marchionne

Salgono utili e ricavi, giù il debito. Il presidente: «Un 2016 fenomenale». Il nodo F1

Pierluigi Bonora

Sergio Marchionne, presidente e ad di Ferrari, si aspetta un 2016 fenomenale: «Siamo soddisfatti, la traiettoria dell'azienda è in linea con le nostre stime». Il soggetto è il Cavallino rampante che produce supercar da sogno, vanta un'incredibile forza nel marchio ed è conosciuto in ogni angolo del mondo. E questo Cavallino ha conseguito, nel secondo trimestre, andando oltre le attese degli analisti, risultati che il suo presidente ha definito «da record». La sfida che il numero uno di Maranello vuole ora vincere è quella di abbassare il debito (sceso a 763 da 782 milioni del 31 marzo scorso) il più rapidamente possibile. Tutto bene, dunque, su questo fronte per la Casa automobilistica in pancia alla holding Exor, visto che anche le azioni, in una giornata nerissima, sono cresciute del 2,52% a 41,52 euro.

E poi c'è l'altro Cavallino rampante, quello che non riesce più a vincere in Formula 1, e che, nel primo fine settimana di settembre, affronterà il giudizio del suo pubblico, quello del Gran premio di Monza. È l'altro volto di Ferrari che forse Marchionne ha un po' sottovalutato, confidando fin dall'inizio sullo stellone che lo ha accompagnato lungo tutto il suo percorso al servizio di casa Agnelli e che ha portato Fiat alla svolta globale. Marchionne non può permettersi di uscire da Monza tra i fischi. Ecco allora la F1 diventare una priorità (Marchionne è comunque abituato a lavorare su più priorità), e proprio ieri il presidente ha deciso di rimescolare le carte nel team, dando il via alla riorganizzazione. Tutti sono avvisati. «Speriamo che la seconda parte dell'anno vada meglio - ha commentato-; mentirei se dicessi di essere soddisfatto».

«Molti si chiedono quale sia l'impatto sui conti di Ferrari della gestione corse. Ebbene - spiega Roberto Russo, ad di Assiteca Sim - a fronte di circa 400 milioni di investimenti, la componente sponsor, diritti tv e premi, compensa ogni anno più che proporzionalmente il budget dei costi, anche in un anno difficile come questo 2016».

E ora la trimestrale «da record»: utile netto di 97 milioni (+29%) mentre, nel semestre, i profitti hanno raggiunto quota 175 milioni (+24%). A spingere i risultati del trimestre sono stati un forte risultato operativo e un'aliquota fiscale inferiore, compensati in parte dai richiami per gli Airbag difettosi della giapponese Tataka. I ricavi tra aprile e giugno ammontano a 811 milioni (+5,9%). L'adjusted Ebit si è attestato a 156 milioni (+26%). Positivo il dato nel primo mercato, quello Usa, con 2.114 unità consegnate (+8%). Crescita solida anche nelle regioni Emea (+14%) e Grande Cina (+26%). E confermate le stime per il 2016: circa 8mila supercar consegnate, 3 miliardi di ricavi, 800 milioni di adjusted Ebitda, debito sotto i 730 milioni.

«I dati trimestrali premiano l'unicità del brand - aggiunge ancora Russo - e la strategia commerciale impostata sull'elevatissima marginalità dei modelli venduti e sulla crescita volutamente bassa delle nuove consegne (11% circa su base annua) al fine di mantenere intatto il mito legato all'effetto scarsità».

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