«La7», dal fondo Clessidra un'offerta da 450 milioni

Il fondo Clessidra controllato da Claudio Sposito è il primo potenziale acquirente ad uscire allo scoperto nella procedura di vendita di TI Media. La società, che per l'operazione ha preso come consulente Marco Bassetti, ex ad di Endemol, avrebbe fatto infatti un'offerta per tutti gli asset della società per 450 milioni di euro: 300 cash e 150 di debito. Il progetto è aperto ad altri investitori ma il fondo sarebbe pronto ad andare avanti anche da solo. Una possibilità sarebbe quella di coinvolgere nel capitale l'uomo di punta dell'emittente, Enrico Mentana, magari con delle stock option. Il progetto sarebbe quello, a medio termine, di portare La7 a break even in 3 anni per poi venderla valorizzandola. Ora l'offerta è sul tavolo di Mediobanca e Citi, gli advisor dell'operazione che dovrebbero aver ricevuto anche le proposte di Discovery Channel, H3G per le frequenze, e Rtl. E probabilmente anche Cairo Communication che fa la raccolta pubblicitaria dei canali tv. L'offerta del fondo potrebbe far tirare un sospiro di sollievo all'advisor Mediobanca che è anche tra i soci di Telco la finanziaria che controlla Telecom Italia. In realtà sono proprio i soci di maggioranza di Telco, oltre a Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Generali e Telefonica, a spingere per la vendita degli asset televisivi, poco sinergici al business di Telecom, ma forieri di perdite. Nei primi sei mesi dell'anno Ti Media, pur avendo registrato miglioramento della pubblicità, ha chiuso con perdite pari a 35 milioni. La procedura comunque è ancora in fase preliminare e certamente si saprà di più il 27 settembre, quando si riunirà il cda di Telecom Italia. Ma visto che i conti di Ti Media non sono brillanti, secondo gli analisti, non ci sarà una guerra per la conquista della società la cui vendita comunque, dopo l'offerta ricevuta, appare più vicina.
Recentemente il presidente Franco Bernabè aveva detto di non essere disposto a vendere a qualsiasi prezzo e di voler anche valutare il progetto industriale del potenziale acquirente. La cessione va nella giusta direzione per i conti di Telecom, ossia la riduzione del debito. E anche lo scorporo della rete, ventilato nei giorni scorsi, va in questa direzione. Del resto anche Marco Fossati che con Findim ha il 5% di Telecom spinge. «I tempi sono maturi per lo spin-off. Questa opportunità non deve essere sprecata. Non è fattibile stendere due reti. E la proposta di Telecom è il miglior punto di partenza per le reti di nuova generazione».

Ieri Bernabè, a un convegno all'università Bocconi, ha parlato di come Telecom sia riuscita a ridurre il debito di 10 miliardi e ha anche tirato una stoccatina alla Fiat di Marchionne. «Non ci siamo lamentati dicendo che in Brasile le cose per noi vanno meglio che in Italia - ha detto- noi ci siamo preoccupati di lavorare al massimo per trovare delle soluzioni adatte al mercato italiano».

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