nostro inviato a Siena
L'assemblea di bilancio del Monte Paschi, svoltasi ieri a Siena, è stata esemplificativa della fase di transizione che l'istituto sta attraversando. Da una parte il management, guidato dal presidente Alessandro Profumo e dall'ad Fabrizio Viola, ha segnalato che le iniziative di ristrutturazione intraprese (anche sotto l'egida della Commissione Ue) hanno determinato «una situazione migliore» come capitale e liquidità. Dall'altro, la frammentazione in seno all'azionariato dell'istituto è stata resa più evidente dall'assenza del presidente della Fondazione Mps, Antonella Mansi.
Palazzo Sansedoni, un tempo socio di maggioranza assoluta, si è presentata con il 9 per cento. In realtà le fa capo solo il 2,5% perché è in attesa dell'approvazione dell'accordo con le sudamericane Fintech e Btg Pactual, titolari del restante 6,5%. L'ente era rappresentato dal dg Enrico Granata che, per la prima volta nella storia recente, non è intervenuto sul bilancio. Ufficialmente la Fondazione intende effettuare i propri rilievi durante l'assemblea del 20 maggio sull'aumento di capitale da 5 miliardi, destinato al rimborso dei Monti-bond. Ma è chiaro che è rimasto qualche strascico dopo le polemiche sul rinvio della ricapitalizzazione deciso a dicembre. «È un modo per segnare un cambiamento, una discontinuità ma, visto che sono molto attivi nella comunicazione, bisogna chiedere a loro», ha chiosato non senza ironia Profumo.
Tutti i pensieri sono rivolti già al prossimo appuntamento. «La pubblicazione del manuale dell'Asset quality review della Bce ha cambiato tutto», ha sottolineato Viola, riferendosi all'ammontare dell'aumento, accresciuto per non sfigurare negli stress test e per riportare gli indici di patrimonializzazione in linea con i competitor italiani. I 5 miliardi serviranno per ripagare 3 miliardi di bond: il rimborso però sarà un po' più «salato» perché il prezzo delle obbligazioni è funzione di quello spuntato dalla Fondazione nella cessione dei suoi pacchetti. Anche se la relazione all'assemblea dei manager non esclude che l'aiuto di Stato possa essere restituito interamente, sia Viola sia Profumo hanno successivamente spiegato che «il rimborso completo sarà effettuato entro il 2017 come da piano industriale».
Adesso la preoccupazione di Profumo e Viola è quella di avere un azionariato stabile post-aumento. Dopo il repentino «disimpegno» di BlackRock (sceso dal 5 al 3,2% in un batter d'ali), le incognite aumentano.
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