L'anno nero dell'industria Cade la produzione: -3%

Un 2013 nero per l'industria italiana, ma nel finale appare qualche leggero segno di ripresa. La produzione industriale archivia l'anno appena trascorso con un calo del 3% rispetto al 2012, peggiore delle aspettative, e a dicembre torna in rosso dopo tre mesi di rialzi consecutivi. In particolare, l'indice calcolato dall'Istat è in diminuzione dello 0,9% rispetto a novembre e dello 0,7% su base annua. Nella media del trimestre ottobre-dicembre, però, l'indice registra invece un aumento dello 0,7% rispetto al trimestre precedente.
Nota positiva anche dall'Ocse, il cui superindice economico «continua a segnalare una variazione positiva in termini di slancio dell'attività economica» nell'intera Eurozona (101,1 punti) e in Italia (101,3) e Francia (100,5). Mentre in Germania si evidenzia un consolidamento della crescita (100,8).
Secondo le previsioni degli analisti di Intesa Sanpaolo, la produzione industriale italiana registrerà «una ripresa vicina all'1% nel 2014». Per il senior economist Servizio Studi di Intesa, i dati sono «un chiaro segnale che la ripresa resta modesta e soggetta a rischi: la nostra stima sulla crescita del Pil nel 2014 è di appena 0,5%».
L'Istat certifica che a dicembre l'indice destagionalizzato segna una variazione positiva nel comparto dei beni intermedi (+0,1%), mentre diminuiscono i comparti dei beni strumentali (-2,5%), dei beni di consumo (-0,4%) e dell'energia (-0,2%).
Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a dicembre 2013, un solo aumento tendenziale nel comparto dei beni intermedi (+5,6%). Sono in flessione i beni strumentali (-5,6%), l'energia (-3,2%) e, in misura più contenuta, i beni di consumo (-1,0%). Per quanto riguarda i settori di attività economica, a dicembre, i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+8,0%), della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+7,5%) e della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+7,4%).

Le diminuzioni maggiori si registrano nei settori della fabbricazione di macchinari (-9,9%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-6,9%) e della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (-6,5%).

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