L'Antitrust: più concorrenza per le Poste

C'è molto ancora da fare. E ce ne è per tutti. L'Antitrust lancia un appello a trecentosessanta gradi per le liberalizzazioni, fondamentali per stimolare la crescita: dalle assicurazioni alle banche, dai trasporti alle infrastrutture energetiche, dai servizi postali ai servizi pubblici locali, a quelli professionali e alla sanità. Durante il governo Monti «il processo di liberalizzazione ha mostrato rapide accelerazioni, ma molto resta ancora da fare», nei vari settori «ci sono ancora spazi per ulteriori aperture dei mercati e per misure pro concorrenziali», ha rilevato l'Autorità garante della concorrenza in una segnalazione a governo e Parlamento che è stata richiesta per predisporre anticipatamente la legge annuale per la concorrenza.
È per esempio necessario separare Bancoposta, i servizi bancari del gruppo Poste Italiane, dalle attività postali tradizionali per «aumentare la concorrenza nel settore bancario e garantire maggior trasparenza nel settore postale».
Torna, poi, sotto i riflettori «la governance e la struttura delle banche popolari quotate» il cui regime legale «consente assetti societari che ne limitano la contendibilità, senza che sia garantito il rispetto dello spirito mutualistico». Mentre nelle assicurazioni bisogna rimuovere le difficoltà operative per gli agenti plurimandatari nei rapporti con le compagnie-reti distributive concorrenti.
E che dire dello scorporo della rete di Telecom? Per l'Authority guidata da Giovanni Pitruzzella i tempi sono ormai maturi per un'attenta riflessione: con lo sviluppo delle nuove reti fisse a banda ultra larga, così come delle reti mobili di quarta generazione, si presentano opportunità d'ingresso per nuovi operatori e si pongono le fondamenta strutturali per lo sviluppo della concorrenza nel medio lungo periodo. E ancora. Nei trasporti sprona a rendere subito operativa l'Autorità di settore e per i servizi in concessione, come le autostrade, chiede gare, aumenti delle tariffe legati agli aumenti di produttività e limiti alla durata delle concessioni. Per la Pubblica amministrazione, che deve essere «leggera, efficiente e rapida nelle decisioni», l'Authority propone l'introduzione di un indennizzo «automatico e forfettario» per colpirne i ritardi e la detraibilità per cittadini e imprese delle spese sostenute per l'adeguamento a nuove normative che introducono nuovi oneri burocratici. Mentre le bollette devono essere «stabilmente basate sui consumi reali e non su quelli presunti» se si vuole che i consumatori siano maggiormente sensibili verso offerte concorrenziali. Richieste di buon senso che oggi sembrano una rivoluzione. Così come la strategia per combattere i cartelli su cui punta l'Autorità: più clemenza per incentivare le imprese a denunciare le intese e i comportamenti scorretti prevedendo «l'immunità penale per le persone fisiche appartenenti all'impresa che collabora»' ed escludendo «dalla responsabilità solidale l'impresa che ottiene l'immunità». Uno strumento che l'Antitrust giudica importante: la prassi indica che le intese si annidano soprattutto nella gare pubbliche e «sconfiggerle può dare un contributo fondamentale alla riduzione della spesa pubblica».

Il tutto accompagnato da un rafforzamento dei poteri sostitutivi dello Stato e delle Regioni per evitare l'inerzia degli enti locali (in attesa che venga ridisegnata l'architettura istituzionale del paese) e da politiche in grado di mantenere la coesione sociale e sostenere i soggetti più deboli per controbilanciare, nel breve termine, le possibili chiusure delle imprese meno efficienti e le riduzioni occupazionali.

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