Camilla Conti
La scelta della location forse non è stata delle più austere - il Four Season di via Gesù - ma ha sottolineato l'importanza della trasferta milanese di ieri dell'amministratore delegato della Popolare di Vicenza, Francesco Iorio: dimostrare che l'istituto «quasi certamente» riuscirà a quotarsi in Borsa il 3 maggio, tornerà a essere «la banca del Veneto» e «riavvierà l'operatività commerciale compressa negli ultimi sei mesi».
La strada verso Piazza Affari è lastricata di ottime intenzioni ma anche di ostacoli e mine pronte a saltare. Certo, Iorio ha in tasca la polizza di Atlante che porterà il peso dell'aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro - con o senza la quotazione - ed è convinto che verrà raggiunta la quota di flottante minimo (25%) necessaria per lo sbarco sul listino perché «al mercato la banca piace». E anche se l'Ipo dovesse saltare, «per la Bce non ci sarebbero problemi visto che c'è la garanzia del fondo Atlante che prenderebbe la banca anche senza quotazione». Grazie al rafforzamento patrimoniale, inoltre, Bpvi avrà «circa 550 milioni di eccesso di capitale» che può arrivare fino a 1,1 miliardi ricavando altri 150 milioni di patrimonio dalla cessione degli asset non strategici, Arca Sgr e PrestiNuova, recuperando 321 milioni dai prestiti ai soci e altri 125 milioni dall'adozione di nuovi modelli di assorbimento del capitale. «Quindi potenzialmente un buffer di tale ampiezza potrebbe consentire alla banca di vendere tutte le sofferenze al 23% e andare a zero senza scendere sotto il minimo regolamentare imposto dalla Bce». Ma Iorio deve fare anche i conti con la fuga dei depositi registrata dall'inizio dell'anno: 700-800 milioni a fine marzo pari a una flessione di circa il 6% rispetto a dicembre 2015. Comunque «ad aprile non è successo nulla» ha precisato l'ad, «abbiamo perso masse, non clienti. Sono andati via per paura di essere bailinati, e come dargli torto». Restano le macerie del passato: 1,1 miliardi di capitale finanziato all'interno della banca, vale a dire prestato ai soci per acquisire azioni dello stesso istituto, più i contenziosi legali per circa un miliardo (questi ultimi, in gran parte, «però sono già spesati e non avranno impatto sul patrimonio», ha però sottolineato l'ad).
Ce la farà davvero la Vicenza, sulle spalle di Atlante, a quotarsi il 3 maggio? L'offerta pubblica di sottoscrizione (il 75% riservata agli investitori istituzionali, il 20% agli attuali soci, il 5% al retail) terminerà
il 28 aprile e la Popolare veneta si gioca fino all'ultima adesione: nel prospetto si legge che il lotto minimo è stato fissato a 10 euro «per consentire la più ampia partecipazione». Meno di un aperitivo al Four Season.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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