Dopo la Fondazione Carige anche i francesi di Bpce annunciano la partecipazione all'aumento di capitale di Carige, cui detengono il 9,9%. La banca transalpina ha esercitato i diritti di opzione su tutta la sua quota, per un investimento complessivo di circa 80 milioni. Ieri, giornata di avvio della ricapitatalizzazione in Borsa, i diritti sono caduti del 8,2% (tra scambi pari al 3,5%) mentre le azioni che, dopo una partenza a razzo, hanno iniziato a cedere per recuperare nel finale (+0,86% con scambi per il 5,6%). Resta ancora spazio per gli arbitraggi: le azioni in circolazione viaggiano a premio (0,165 euro) rispetto a quelle acquistate attraverso il diritto (0,158 euro). Uno strascico delle «anomalie» di prezzo, segnalate da Consob, tipiche di un aumento molto diluitivo (nel caso di Genova l'80%) mentre lo sconto sul Terp (il prezzo ex stacco del diritto) arriva al 40 per cento.
L'impegno della Fondazione (che manterrà il 19%) e di Bpce copre circa 230 degli 800 milioni dell'aumento, peraltro garantito dal consorzio guidato da Mediobanca (per il quale ci sono circa 35 milioni di commissioni). «Con questo aumento abbiamo colto nel segno», sottolinea il vicepresidente di Carige, Alessandro Repetto, preannunciando l'intenzione di alcuni pattisti di «sottoscrivere con quote superiori» a quelle attuali. L'asse dei soci «privati» - di cui fanno parte la famiglia Gavio, Coop Liguria, i Bonsignore, fondazioni e imprenditori locali - detiene il 6% dell'istituto ligure.
L'ex presidente di Carige, Giovanni Berneschi, è intanto stato accusato anche di aggiotaggio, oltre che di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio.
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