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L'auto elettrica fa un passo ma crescono anche i dubbi

La quota di mercato sale (al 15,2%) insieme ai sospetti sul maggiore inquinamento nel processo di produzione

L'auto elettrica fa un passo ma crescono anche i dubbi

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Finale di 2023 con le immatricolazioni di auto in Europa positive (in ottobre quindicesima crescita mensile: +14,1% e +16,7% da gennaio), insieme a quelle delle elettriche pure, la cui quota nei 10 mesi è salita di 3 punti, attestandosi al 15,2%. In questo scenario, l'Italia resta sempre il fanalino di coda nella vendita di veicoli con la sola spina. Fin qui tutto più o meno secondo le attese, ma a rompere le uova nel paniere a chi punta unicamente sull'elettrico, è stata un'inchiesta trasmessa da Report su Rai 3.

Argomento del lungo e dettagliato servizio: dove e come sono estratte le materie prime indispensabili per le batterie e, soprattutto, i gravi problemi ambientali e sociali che ne derivano.

«La trasmissione - afferma Andrea Taschini, manager automotive tra gli interpellati da Report - ha portato in evidenza le non più eludibili problematiche che compongono il contesto produttivo delle auto elettriche, con gli evidenti risvolti sugli impatti ambientali che i metalli necessari provocano durante la loro estrazione e raffinazione. Lo storytelling delle zero emissioni è stato così ampiamente smentito in maniera definitiva. Alla politica non rimane, quindi, che trovare una soluzione urgente ai decreti impositivi di una motorizzazione elettrica che anche i cittadini dell'Ue cominciano ormai a guardare in maniera sospetta».

«Deforestazione, centrali a carbone, interi villaggi sgomberati con la forza, scarti chimici nelle acque, schiavi bambini, fauna e flora devastate e incidenti mortali rappresentano il prezzo nascosto dell'automobile elettrica. Se la transizione avverrà senza tenere in conto i costi umani e ambientali, rischia di essere solo una tinta di verde che copre ogni sorta di abusi», spiega la nota Rai a commento del programma.

La batteria, il componente più importante di un'auto elettrica, pesa mezza tonnellata e ne fanno parte nichel, litio, manganese e cobalto, «che viaggiano fino a 50mila miglia nautiche prima di raggiungere la fabbrica in cui saranno trasformati in celle: dunque, non proprio a chilometro zero», hanno sottolineato gli autori del servizio che si sono concentrati soprattutto sulla filiera del nichel. È stata così documentata la sua estrazione in Indonesia con i gravi impatti sui diritti umani, la salute e l'ambiente circostante, in particolare l'acqua del mare più calda e melmosa, senza più coralli e che si presenta di colore marrone. Focus di Report, inoltre, sui timori in Germania per la presenza della fabbrica di Tesla.

Il servizio è adesso al centro di accese discussioni sui social tra chi denuncia l'altra faccia della transizione «green», imposta dalla Commissione Ue, e chi difende la scelta della «scossa», mettendo sull'altro piatto della bilancia i danni causati dal petrolio.

È solo l'inizio di una feroce disputa in prossimità del rinnovo, tra meno di un anno, del Parlamento Ue.

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