Per l'auto la festa è già finita. Ottobre annulla il mini boom

Da +9,5% di settembre a -0,18% del mese scorso. Chiesti nuovi interventi urgenti, non basta premiare l'elettrico

Per l'auto la festa è già finita. Ottobre annulla il mini boom

L'esaurimento repentino degli incentivi, quelli utili a garantire una forte spinta al mercato dell'auto, era ampiamente previsto, come anche il ritorno allo stato di grave difficoltà che ha preceduto l'arco di tempo premiato dai sostegni. E così, insieme alla seconda pesante ondata della pandemia, il mancato rifinanziamento dei bonus relativi alla fascia 91-110 grammi/km di CO2 emessa, quella dei veicoli più richiesti (diesel e benzina Euro 6) e i circa 11 milioni ancora disponibili per l'acquisto delle vetture ibride più alla portata (61-90 grammi/km di CO2) fanno prospettare per il settore un novembre e un dicembre da incubo. Gli incentivi rimasti riguardano ora le auto elettriche e ibride, anche ricaricabili (sempre costose e considerate valide a fronte di particolari esigenze). Ed è impensabile che da qui alla fine dell'anno - in funzione anche dei problemi determinati dal Covid-19 - si assista a una corsa folle all'acquisto di questi modelli.

«I soli contributi spot o comunque focalizzati sulle motorizzazioni a bassissime o zero emissioni - avverte in proposito Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto (concessionari) - non servono a sostenere la ripresa della domanda e a ringiovanire il parco nazionale. Il trade off costi/benefici per l'acquirente medio non consente ancora di raggiungere numeri apprezzabili, sebbene in costante crescita, per un cambio di paradigma del business attuale».

«La festa per il mercato dell'auto è finita», commenta amaramente Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor. Ottobre, infatti, ha segnato un -0,18% dopo il +9,54% di settembre, mese che ha beneficiato dell'effetto incentivi. Da gennaio le vendite, profondamente influenzate dal lockdown, si attestano così a 1.122.998 unità, -30,91% sullo stesso periodo del 2019. E sempre Quagliano segnala anche il preoccupante crollo del clima di fiducia da parte degli operatori del comparto: da 53,2 in agosto, l'ultima rilevazione registrata è 28,1. «Serve una visione politica di più ampio respiro - interviene ancora De Stefani Cosentino - con un occhio attento anche alla leva fiscale».

Sono quattro, per Paolo Scudieri, presidente di Anfia (filiera italiana) i pilastri su cui il governo deve agire in funzione, soprattutto, del Recovery plan: iniziative a supporto degli investimenti in ricerca, innovazione e prima industrializzazione; promozione di progetti di smart e sharing mobility; interventi sul capitale umano e finanziari a sostegno delle imprese. Tutte proposte che Anfia cataloga come prioritarie. Il punto di vista di Unrae (Case estere) attraverso il presidente Michele Crisci: «Le previsioni per fine anno lasciano prevedere un livello di immatricolazioni intorno a 1,4 milioni, in calo del 27% sul 2019, una riduzione drammatica che ha un solo precedente nella storia moderna. La Legge di Bilancio deve tenere conto di questa realtà e prevedere, pertanto, il prolungamento del sistema di incentivazione. Una ripresa del settore, tra l'altro, comporterebbe anche minori aggravi sulla previdenza sociale».

In ottobre risultato in controtendenza per Fca, che ha visto

salire le vendite del 12,5%, con i marchoi Fiat e Jeep in evidenza. Sui 10 mesi, comunque, continua a pesare il lockdown: -31,5%. E Psa, i futuri sposi di Mirafiori? +0,46% a ottobre, -35,75% tra gennaio e il mese scorso.

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