L'auto lascia la crisi nel retrovisore

Vendite trainate da più fiducia e ricambio usato. Fiat meglio del mercato: +18%

L'auto lascia la crisi nel retrovisore

Nel 2016 le immatricolazioni di automobili in Italia si sono portate a 1.824.968 unità, in crescita del 15,82% rispetto al 2015, ma ancora distanti di oltre il 16% da 2.174.577, cioè la media annua delle vendite tra il 1993 e il 2007. Senza contare il record del 2007, con 2.493.106 immatricolazioni, a pesare sono stati gli anni della crisi economica che, nel 2013, hanno fatto precipitare il mercato a 1.304.842 vetture vendute.

Quindi è iniziata la lenta risalita che, come spiega Gian Primo Quagliano (Centro studi Promotor), «è stata determinata dall'effetto combinato di una forte domanda di sostituzione arretrata e dal ritorno della fiducia nelle prospettive dell'economia». La ripresa non si dovrebbe fermare (lo scorso dicembre è stato il 31° mese positivo: +13,06%) e le immatricolazioni dovrebbero riposizionarsi oltre quota 2 milioni, come stima Quagliano, o giù di lì. Per Gianmarco Giorda (Anfia) l'incremento previsto nel 2017 è fra il 3 e il 5%. Filippo Pavan Bernacchi (Federauto) non va oltre 1,9 milioni.

Anche lo scorso anno, comunque, il settore ha assicurato il suo contributo all'economia del Paese. «Nel 2016 - ricorda Massimo Nordio (Unrae) - il fatturato generato è stato di 36,9 miliardi, mentre il fisco ha incassato 6,6 miliardi in Iva». E Pier Luigi del Viscovo (Fleet & Mobility) evidenzia come gli italiani abbiano speso, l'anno scorso, 5,6 miliardi in più del 2015, puntando su auto di valore più alto, «che vuol dire margini per unità venduta». Due le velocità che hanno caratterizzato il 2016: più elevata nel primo semestre (+19,1%), grazie ai forti sconti e alla promozioni, e in frenata nel secondo (+12%). E mentre gli acquisti da parte dei privati registrano la quota più bassa di sempre (61,8% del totale), sono esplosi i numeri dell'immatricolato ad aziende (+27,7%) e noleggi (+16,6%). Questo exploit trova ragione nel super-ammortamento al 140% e nella nuova legge Sabatini, «che hanno anticipato con certo anticipo - sottolinea l'Unrae - la domanda di auto aziendali non considerate beni strumentali, in vista della loro esclusione dal super-ammortamento 2017».

A dare una spinta importante alle immatricolazioni, oltre agli sconti, è stata anche la potente iniezione di vendite delle cosiddette «Km 0», cioè le macchine che il concessionario si auto-immatricola e rivende a prezzi ridotti. «E questo - puntualizza Pavan Bernacchi - perché nessuna Casa era disposta a perdere anche un solo decimale di quota mercato». Un segnale importante per il futuro del settore arriva anche dalle scelte dei consumatori, tornati ad acquistare (+23%) modelli di segmento medio, medio alto e superiore, tra cui Suv e crossover (+25% nel 2016), rispetto a utilitarie e city-car, sempre però ben richieste. Lo scorso anno, inoltre, ogni 100 vetture vendute, 10 erano dotate di alimentazione alternativa (+48% le ibride, male invece Gpl e metano: -15,6% e -30%), mentre ogni 10.000 unità solo il 7,5% erano elettriche (-5,3% il calo annuale). Gli italiani, intanto, continuano a premiare i carburanti tradizionali, le cui vendite sono salite del 20%: +19,7% per il gasolio, nonostante le campagne «contro», e +21,8% per la benzina. Resta da vedere quale sarà l'impatto sulle immatricolazioni della nuova dinamica dei prezzi dopo la decisione dell'Opec di tagliare la produzione del greggio. I rincari alle stazioni di servizio sono già evidenti.

In Italia, nel 2016, Fca ha immatricolato 528.189 veicoli (+18,4%, meglio del mercato, e quota in crescita al 29,08%). Maserati e Ferrari hanno venduto, rispettivamente, 372 (+49,40%) e 2.052 unità (+50,66%).

In Fca tutti i marchi sono positivi: +35% Jeep, +19,2% Alfa Romeo, +17,1% Fiat e +16,5% Lancia. Nella classifica italiana, alle spalle di Fca ci sono, tutti in crescita, Gruppo Volkswagen (238.171 vendite), Renault-Dacia (166.241) e Peugeot-Citroën-Ds (158.278).

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