Economia

«L'Europa ci difenda da Google e Yahoo»

Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, contro le «rendite parassitarie» di Google e Yahoo, chiede maggior tutela a Bruxelles per i contenuti. Ieri, in occasione della presentazione del sistema integrato multimediale TgCom24 all'associazione delle tv commerciali europee, Confalonieri, nell'accogliere il Libro Verde sulla convergenza tra tv e Internet presentato dalla Ue, ha detto: «Si tratta di uno strumento che può promuovere la ricerca di soluzioni concrete per riequilibrare il quadro normativo e le attuali asimmetrie regolamentari. Asimmetrie - ha proseguito - che hanno permesso un ingente drenaggio di risorse dai produttori di contenuti a beneficio di operatori tecnologici d'oltreoceano che hanno costruito rendite parassitarie senza contribuire in alcun modo al finanziamento di contenuti originali di qualità».
Il problema è evidente: le grandi web company internazionali hanno dragato contenuti prodotti da altri, portandoli sui loro siti dai quali, poi, procedono alla raccolta pubblicitaria incrementando in questo modo i loro profitti miliardari.
E Google, con il suo sito di contenuti video You Tube, ne è un esempio lampante. Ma certo il problema non è soltanto dei broadcaster televisivi. Anche le società di tlc hanno problemi simili. E il caso è stato più volte sollevato anche dal presidente di Telecom Franco Bernabè. Gli operatori di telefonia fissa e mobile infatti rendono disponibili le reti su cui hanno pesantemente investito per i contenuti dei cosidetti Ott, Over the top. Gli operatori nati e cresciuti in rete: da Yahoo a Google a Facebook per finire con siti più giovani ma non certo meno aggressivi. Basta pensare a Tumblr, il sito di micro blogging nato nel 2007 che è stato comperato da Yahoo per l'astronomica cifra di 1,1 miliardi di dollari.
Per questo Confalonieri ha ribadito la necessità di tutelare la produzione di opere originali europee nell'ambito degli imminenti negoziati commerciali con gli Stati Uniti. «In quasi 25 anni di politiche volte a legittimare e promuovere l'eccezione culturale - ha affermato - i broadcaster europei hanno contribuito attivamente al finanziamento e alla promozione della diversità culturale nel settore audiovisivo.

La nostra capacità produttiva deve essere promossa come un asset prezioso e tutelata da modelli di business basati, esclusivamente, su tecnologie che sfruttano l'investimento produttivo altrui».

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