Economia

L'Fmi taglia le stime di crescita globali: male l'Unione europea

Frena l'Eurozona: aumentano i rischi di recessione. Preoccupa l'elevato tasso di disoccupazione in Italia

L'Fmi taglia le stime di crescita globali: male l'Unione europea

Sul Belpaese si abbatte ancora la scure del Fondo monetario internazionale. Gli analisti di Washington hanno, infatti, rivisto al ribasso le stime di crescita per l’Italia sia nel 2014 sia 2015. Se quest'anno il pil calerà dello 0,2%, -0,5 punti percentuali rispetto a luglio, l'anno prossimo tornerà positivo con un +0,8%, circa lo 0,3% in meno di quanto ci si aspettava. Il -0,2% del 2014 segue il -2,4% del 2012 e il -1,9% del 2013. Fanno meglio di noi sia la Spagna, che nel 2014 salirà dell'1,3% e nel 2015 dell'1,7%, sia la Grecia, che quest'anno crescerà dello 0,6% e l'anno prossimo del 2,9%.

Non è solo l'Italia a soffrire. Il Fondo monetario ha, infatti, limato le stime di crescita per l'economia globale. Quest’anno il pil salirà del 3,3% (0,1 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di luglio), per poi accelerare al 3,8% nel 2015 (-0,2 punti percentuali). "La ripresa è mediocre e incerta - afferma il Fmi - i rischi al ribasso sono aumentati". Stesso discorso per il pil dell'area euro che crescerà sia nel 2014 sia nel 2015 meno del previsto registrando un +0,8% quest’anno (-0,3% punti percentuali rispetto a luglio) e un +1,3% nel 2015 (-0,2 punti). Secondo gli analisti del Fmi, continuano ad aumentare i rischi di recessione per Eurolandia. "A sei anni dall’inizio della crisi - ammette il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan - l'Ue sta ancora affrontando stagnazione e deflazione". A pesare sul sistema Italia, però, non è soltanto l'ennesimo anno a crescita sotto lo zero. Secondo il report del Fmi, il tasso di disoccupazione in Italia si attesterà quest’anno al 12,6%, per poi scendere al 12% nel 2015. Il dato è sicuramente superiore alla media dell'Eurozona dove quest'anno si attesta all'11,6% e l'anno prossimo all'11,2%. Peggio di noi fanno, però, la Spagna e la Grecia i cui tassi di disoccupazione resteranno, per il prossimo biennio, sopra il 20%.

Il Fmi torna a chiedere ai Paesi membri dell'Unione europea le riforme strutturali promesse da tempo. A partire da quella del mercato del lavoro.

"Nell’area euro c’è bisogno di riforme strutturali per la crescita, soprattutto quelle mirate ad affrontare l’elevata disoccupazione", spiega il Fmi sottolineando che per ridurre la disoccupazione giovanile sono necessarie misure specifiche per ogni Paese.

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