L'Italia e l'ignoranza finanziaria

Dopo la ricerca del Centro Studi Einaudi, sui comportamenti dei risparmiatori italiani, in settimana è stato pubblicato lo studio di Consob che tratta, sostanzialmente, lo stesso argomento. Indovinate cosa ne è venuto fuori? La solita solfa: gli italiani sono degli splendidi risparmiatori, capaci di accantonare patrimoni importanti ma sono un disastro quando si tratta di gestire i capitali accantonati, di investirli per farli crescere.

Anche la ricerca Consob dipinge gli italiani come ignoranti in materia finanziaria, incapaci di rispondere correttamente a domande che trattano temi basilari come il concetto di inflazione o di tasso d'interesse. Anche questo studio stabilisce che la diversificazione, che dovrebbe essere la base di ogni risparmiatore è lungi dall'essere compresa e, ancor meno, praticata, tanto che nei portafogli della Penisola ci sono mediamente non più di due servizi finanziari, contro una media europea almeno doppia. Entrambe le ricerche hanno cadenze annuali. Sulla nostra scrivania campeggiano quelle degli anni precedenti. Le sfogliamo e le differenze, da un anno all'altro, sembrano marginali, troppo marginali. Il dato di fondo è lo stesso: l'ignoranza in materia finanziaria.

A cosa servono tali ricerche se poi non se ne fa tesoro? A cosa serve continuare a darci degli ignoranti se non si fa nulla perché questo gap sia colmato? Lo scorso anno il governo ha stanziato un milione di euro per l'Educazione Finanziaria, è stato usato? Se sì, come? Ci si è resi conto che il mondo corre in fretta e che, mentre qualcuno parla ancora di assegni, ormai si paga con il telefonino? Cosa accadrà? Appuntamento al prossimo anno con Centro Studi Einaudi e Consob. Vedrete ci daranno ancora degli ignoranti.

Di questo si parlerà nella trasmissione Mercati Che Fare in onda oggi alle 20.30 su TgCom24 di Mediaset.

leopoldo.gasbarro@me.com

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