Quando è il caso, anche i primi della classe non si fanno tanti scrupoli: copiano. Del resto, non si può essere originali sempre e a tutti i costi. Così deve aver pensato Mark Carney, il primo negli oltre 300 anni di storia della Bank of England (Boe) a sedersi sulla poltrona di governatore senza avere sangue britannico nelle vene, nel momento in cui ha deciso di emulare la Federal Reserve: d'ora in poi, anche in Gran Bretagna i tassi rimarranno inchiodati ai minimi storici attuali fino a quando la disoccupazione non sarà calata sotto la soglia del 7% (ora è al 7,8%). Insomma, la stretta può attendere: se le previsioni della Boe si riveleranno esatte, il giro di vite non arriverà prima della metà 2016, quindi tra oltre tre anni. «Il nostro obiettivo è garantire la ripresa - ha spiegato ieri Carney - mentre teniamo sotto controllo l'inflazione». Parole pronunciate col preciso intento di rassicurare gli investitori. Legare la politica monetaria all'andamento del mercato del lavoro significa, infatti, una sola cosa: che la banca centrale non permetterà all'inevitabile rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato di stroncare sul nascere una ripresa «ancora lenta». Solo il consolidamento della crescita (+0,6% le stime per il terzo trimestre) può consentire di rimarginare la ferita da oltre tre punti di Pil aperta con l'inizio della crisi 2008.
Con Ben Bernanke, uomo sempre più capace di innescare processi imitatitivi (vedi il quantitative easing in salsa nipponica della Bank of Japan), Carney ha in comune un approccio molto pragmatico su come usare le leve dei tassi. Quando era a capo della Banca del Canada, l'énfant prodige di Harvard, poi allevato e cresciuto da Goldman Sachs, fu tra i primi ad annusare il potenziale distruttivo dei mutui subprime azzerando il costo del denaro. Nello stesso periodo, la Bce di Jean-Claude Trichet alzava i tassi spaventata dal potenziale inflazionistico del petrolio.
Il canadese Carney è dunque uomo sempre sul «pezzo», incurante dei commenti poco british sul suo reclutamento oltre i confini dell'isola (ora è però cittadino del Regno) con incorporato ingaggio da superstar (900mila sterline l'anno). Ha subito scelto di differenziarsi dall'Eurotower, che pur avendo di recente introdotto una novità rilevante nella sua strategia (rivelare in anticipo l'evoluzione dei tassi) non può per statuto vincolare il costo del denaro alle dinamiche dell'occupazione. Il numero uno della Boe ha però fatto presente alcune eccezioni all'aggancio tra tassi e disoccupazione. La prima è legata a un andamento dell'inflazione tale da lasciar presagire un aumento dei prezzi sopra al 2,5% nel medio periodo; la seconda è se dovesse risultare minacciata la stabilità finanziaria.
I mercati rimangono intanto sul chi vive, nel timore che la Fed possa, già a partire da settembre, dare il via al tapering, la rimozione graduale delle misure di QE. Tokio è ieri crollata del 4%, Wall Street si è mossa al ribasso così come Francoforte nonostante la tripla A confermata da Fitch alla Germania, mentre Piazza Affari ha sfiorato un rialzo dell'1 per cento.
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