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Lufthansa avverte il governo su Ita

I tedeschi: "Se il gruppo non decolla, niente acquisizione completa". Il nodo processi

Lufthansa avverte il governo su Ita

Lufthansa appare sempre più vicina all'ingresso nel capitale di Ita, ma le cose si complicano. Di ieri la notizia che sarebbe ormai pronta l'offerta per il 40% della compagnia italiana, ma con precise condizioni: Ita dovrebbe assumersi il rischio relativo alle cause di lavoro in arrivo a centinaia dagli ex dipendenti Alitalia non riassunti, accantonando dei fondi a questo preciso scopo. Ovvio che i tedeschi non ne vogliano sapere. Secondo Bloomberg la privatizzazione non decolla, Lufthansa è esitante a presentare un'offerta e «il vettore tedesco sta cercando di ottenere l'opzione di ritirarsi da un'acquisizione completa nel caso in cui l'impresa non dovesse funzionare». Tra le altre condizioni messe dai tedeschi garanzie governative contro finanziamenti pubblici alle compagnie low cost.

Va ricordato che un anno fa fu emesso un decreto in base al quale il pacchetto di maggioranza di Ita sarebbe stato ceduto ai privati e il Mef avrebbe mantenuto una quota di minoranza solo per vigilare. Passato un anno, cambiato il governo, ora c'è un nuovo dpcm che regola la cessione: in base ad esso lo Stato venderà una quota minoritaria e solo in prospettiva lascerà la maggioranza. In pista è rimasta solo Lufthansa: un anno fa dichiarava energicamente che era interessata solo alla maggioranza (insieme al colosso dello shipping Msc, che poi rinunciò). Oggi invece Lufthansa sarebbe disponibile ad acquistare il 40% accettando che il governo italiano resti in maggioranza e quindi disegni le strategie. In 12 mesi è sostanzialmente cambiato tutto, e anche le notizie di ieri secondo cui i tedeschi vorrebbero ottenere anche una via di uscita fanno riflettere sul fatto che più passa il tempo meno Ita ha valore e più se ne avvantaggiano i concorrenti: la compagnia nel gennaio 2022 veniva stimata 1,21,5 miliardi; oggi 450 milioni.

Ita, creata nel 2021 dalle ceneri di Alitalia, aveva lo scopo di salvare migliaia di posti di lavoro; la compagnia, anche per il fatto di essere così recente, non è mai stata competitiva e non ha mai guadagnato: ha solo bruciato soldi dei contribuenti: l'Ue ha autorizzato risorse pubbliche pari a 1,35 miliardi, già in gran parte sfumati. Ci si può chiedere quale sia l'appeal di Ita per un acquirente come Lufthansa: non ci si deve illudere, il suo valore è dato unicamente dalla flotta nuova e in crescita e dagli slot di Linate. Resta dunque da interpretare la reale volontà di Lufthansa di avviare l'operazione; potrebbe anche essere che i tedeschi si ritirino. I quel caso sarebbero guai seri.

«Lufthansa non farà nulla per la crescita di Ita, si limiterà a fare voli da Milano per Monaco e Francoforte», ha amminito ieri Michael O' Leary, ad della low cost Ryanair.

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