La "lunga notte" dell'Europa: l'ombra del Mes cala sull'Italia

Riunione fiume dell'Eurogruppo, che dovrà decidere sulle misure da adottare per la crisi. Ma ora l'Italia appare isolata

La "lunga notte" dell'Europa: l'ombra del Mes cala sull'Italia

È la notte più lunga dell'Eurogruppo. Il vertice dei ministri delle Finanze dei Paesi dell'Unione europea si è trasformata in una vera e propria riunione fiume e le trattative proseguiranno probabilmente fino all'alba. E nonostante le trattative vadano avanti da settimane, la riunione dell'Eurogruppo ha fatto comprendere da subito come non ci sia arrivati con le idee estremamente chiare. E a nulla è valso l'appello del presidente Mario Centeno all'unità per "aiutare a proteggere chi è più colpito, e assicurarsi che il mercato comune esca intatto da questa crisi". L'impressione, infatti, è che siano ben altre le esigenze premiate in questo Eurogruppo.

I due blocchi

Il vertice, che si svolge in teleconferenza, è apparso da subito decisamente complesso. Iniziato con ritardo, il vertice "da remoto" dell'Eurogruppo ha visto una lunga sospensione dopo le 19. Doveva riprendere alle 20, ma la pausa ha superato le 23 e si procede fino all'alba.

Lo scontro è durissimo. Da una parte il blocco facente capo alla Germania, con i Paesi Bassi che bocciano la linea degli eurobond e che ribadisce invece la necessità dell'attivazione degli strumenti del Mes, il Meccanismo di stabilità. Dall'altra parte il blocco del Sud Europa, ma soprattutto l'Italia, che vorrebbe invece l'inserimento degli eurobond (battezzati per l'occasione "coronabond") come vero strumento epr aiutare i Paesi in difficoltà.

Mes e coronabond

Nei giorni scorsi, l'agenzia tedesca Dpa aveva parlato di un accordo ormai raggiunto tra Francia e Germania su una linea di credito con un Mes a condizionalità "leggere" e l'intervento della Banca europea per gli investimenti. Ma l'accordo non piace all'Italia, che ha provato anche un'ultima mossa "disperata" con una telefonata tra lo stesso Giuseppe Conte e Ursula von der Leyen, in cui il premier ha chiesto che la risposta europea fosse decisa e soprattutto non piegata al volere dei cosiddetti falchi. La linea è la stessa che il presidente del Consiglio ha espresso in conferenza stampa luend', bocciando l'ipotesi Mes e auspicando a gran voce gli Eurobond.

Ma a questo punto appare chiaro che Conte e Roberto Gualteri non possono più essere così sicuri. Le bozze che circolando in queste ore vedono tutte l'utilizzo del Mes, più o meno modulato, e l'assenza di coronabond, a parte una timida apertura di Valdis Dombrovskis sulla "esplorazione" di inziative sui titoli. L'auspicio di Gualtieri è che questa sia la leva per far passare un'ipotesi eurobond, come auspicato anche in parte da Spagna, Francia, Grecia, Portogallo e Irlanda. Ma l'impressione è che alla fine questa idea sia solo un augurio reale dell'Italia, mentre sul Mes la convergenza è pressoché unanime. Insomma, la trappola travestita da aiuto sembra in agguato.

Convergenza su Bei e Sure

Se sul fronte del Mes la guerra è aspra, l'Eurogruppo sembra invece d'accordo sulle due iniziative messe in campo da subito dall'Unione europea: i 100 miliardi della Commissione europea per i lavoratori, il cosiddetto Sure; e i 200 miliardi di garanzie alle imprese offerti dalla Banca europea degli investimenti.

In attesa del semaforo verde su Mes e eurobond, questi per adesso appaiono come gli unici veri pilastri dell'iniziativa europea. In attesa che il Consiglio europeo metta poi nero su bianco le conseguenze politiche delle scelte di questa notte.

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