L'utile di Mediobanca batte le stime. Generali: 3% si vende senza fretta

Bene il contributo retail di Compass e Che Banca!

Il credito al consumo di Compass raddoppia i profitti (da 62 a 113 milioni) e spinge i risultati di Mediobanca nei primi nove mesi dell'esercizio 2015-16 che sono stati archiviati con un utile netto di 442 milioni, migliore delle attese degli analisti, anche se in calo del 5 per cento. Nel terzo trimestre la flessione è stata del 40% a 121 milioni, ma anche in questo caso l'utile ha superato il pronostico. Gli impieghi sono inoltre aumentati nel trimestre dell'8% rispetto a marzo 2015 (da 32,3 a 34,8 miliardi) mentre le attività deteriorate nette sono scese del 10% (da 1,173 a 1,055 miliardi) con un'incidenza sul totale degli impieghi del 3% e un tasso di copertura in crescita al 54 per cento. Quanto alle singole divisioni, il retail di CheBanca! ha chiuso i nove mesi con un utile di 6,4 milioni (da una perdita di 8,9 milioni lo scorso anno), favorito dall'aumento dei ricavi (+19% a 143 milioni). Le masse del risparmio gestito salgono a 2,85 miliardi da 1,94 miliardi al giugno 2015. Nei nove mesi si registrano inoltre utili da cessione per 96,9 milioni, di cui 87,7 milioni di plusvalenza Pirelli e rettifiche di valore per 17 milioni. I costi di struttura sono passati da 211,5 a 222,9 milioni: fra le spese che Piazzetta Cuccia ha dovuto sostenere ci sono i 57,3 milioni relativi al contributo straordinario al Fondo di risoluzione bancario per gli interventi su Banca Marche, Popolare dell'Etruria, CariChieti e CariFerrara; 25,3 milioni quale contributo ordinario allo stesso fondo di risoluzione (inclusa la stima del contributo 2016) e 3,2 milioni relativi al Fondo italiano dei depositi garantiti per il secondo semestre 2015.

«Se non ci saranno ulteriori eventi straordinari di tipo negativo, dovremmo poter chiudere un anno altrettanto positivo come quello passato e potremmo puntare anche a un miglioramento del dividendo», ha annunciato l'ad, Alberto Nagel. Che nella conferenza telefonica con gli analisti è tornato anche sulla vendita del 3% di Generali: in precedenza Mediobanca aveva indicato di voler scendere al 10% per fine giugno con la conclusione del piano 2014-2016, cedendo appunto un 3% o utilizzando la quota in uno scambio, aspettandosi anche un recupero delle quotazioni con il cambio dei vertici del Leone.

Ieri Nagel ha chiarito che per questa discesa nella compagnia triestina non ci sono «orizzonti temporali precisi» e che la banca guarderà solo al valore del titolo per decidere la tempistica della cessione. Quanto al prossimo piano industriale, sarà presentato «orientativamente nel mese di novembre».

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