Gli oneri non ricorrenti pesano sui conti di Telecom Italia che nei sei mesi si deve accontentare di 29 milioni di utile: erano 543 milioni nello stesso periodo del 2014. Oltre a oneri e proventi non ricorrenti, c'è anche l'impatto negativo delle operazioni di riacquisto delle obbligazioni proprie, nonchè di alcune partite connesse al fair value dell'opzione implicita inclusa nel prestito obbligazionario a conversione obbligatoria emesso a fine 2013. La società guidata da Marco Patuano ha così dovuto mettere a bilancio oneri non ricorrenti per 399 milioni, ma in assenza di tali impatti «l'utile sarebbe risultato di oltre 650 milioni». I ricavi sono stati pari a 10 miliardi, in calo del 4,3% rispetto al primo semestre 2014. Ma escludendo l'effetto della variazione dei tassi di cambio e del perimetro di consolidamento, la riduzione scende al 3,3%.
Quanto ai piani strategici la carne al fuoco è molta. Si passa dalla banda larga, ai tavoli di lavoro con i concorrenti agli accordi per i contenuti. «Il nostro obiettivo - ha proseguito Patuano - non è la separazione della rete. Vogliamo sederci al tavolo con Authority e concorrenti per definire processi semplici, un facile accesso per tutti, una migliore organizzazione, indicatori di performance chiari e dare ai concorrenti, che sono i nostri maggiori clienti, quello che vogliono da noi». In realtà, parte degli accantonamenti sono derivati proprio dalle cause pendenti fatte dai concorrenti sull'accesso alla rete dell'ex-monopolista. Patuano non si è sbilanciato sulla tempistica per avviare il tavolo delle trattative, ma si è augurato che sia «il più presto possibile, per definire un quadro chiaro molto prima della fine di questo esercizio». Quanto all'intesa con Enel per lo sviluppo della banda ultralarga, Telecom, ribadendo l'interesse per la collaborazione ha invitato la società elettrica a fare un'offerta «per le infrastutture che possono essere messe in comune». Quanto agli accordi per i contenuti Telecom stima in circa 550mila i clienti a fine anno per Timvision, la sua piattaforma web di contenuti tv, grazie anche agli accordi con Netflix e Mediaset Premium mentre Sky, pur usando la fibra di Telecom, usa un suo decoder proprietario.
«Se le condizioni restano in linea con quello che abbiamo visto - ha detto ancora Patuano- le perdite nella fissa cominceranno a ridursi nel quarto trimestre». Secondo l'ad il mercato italiano sta andando bene e va in direzione della parità al 2016». Quanto al Brasile reduce da un trimestre difficile «ci sono ancora spazi di crescita» - ha detto Patuano.
Quanto al futuro in vista ci sono risparmi sul fronte della razionalizzazione degli immobili per 150 milioni all'anno a partire dal 2018, grazie alla riduzione degli edifici utilizzati, al riacquisto delle sedi e alla rinegoziazione dell'affitto di alcuni edifici. L'ad ha anche confermato la volontà di assumere 4mila giovani. «Confermiamo, ma dobbiamo operare in modo sostenibile - ha detto l'ad - per questo approfondiamo le trattative con i sindacati per realizzare un ridimensionamento dei costi e dunque per rendere sostenible il nostro piano nel lungo periodo». Ieri in Borsa il titolo ha chiuso debole a -0,9% anche se il rialzo dai minimi segnati nell'agosto del 2013 è pari al 100 per cento.
Sono i miliardi di euro di ricavi di Telecom Italia in calo del 4,5% rispetto al primo semestre del 2014
È il debito di Telecom Italia cresciuto rispetto al 31 dicembre quando era fermo a 26,6 miliardi
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