Malacalza tiene duro su Carige

L'offerta del fondo Usa spinge il titolo in Borsa (+4,8%), ma c'è il nodo della minusvalenza da 160 milioni

Camilla ContiCarige conferma: Apollo ha messo sul piatto un'offerta per l'acquisto di un pacchetto di sofferenze e per l'ingresso nel capitale della banca. A Piazza Affari il titolo è partito euforico arrivando a segnare anche un balzo del 10% ma nel corso della seduta ha frenato la corsa per chiudere con un 4,8% a 0,60 euro. Nel comunicato diffuso in mattinata si legge che la banca ha ricevuto dal fondo americano, il 10 febbraio 2016, una lettera non sollecitata con la quale Apollo ha presentato una proposta «non vincolante e confidenziale» a formulare, al verificarsi di determinate condizioni preliminari e sospensive, un'offerta vincolante di acquisto del portafoglio di crediti in sofferenza del gruppo, compensandone gli effetti con un aumento di capitale da 625 milioni, riservato a fondi riferibili ad Apollo per 525 milioni e offerto in opzione per i restanti 100 agli attuali soci. Il cda ha esaminato la proposta, «in più sessioni, con l'ausilio dei propri consulenti, che si sono confrontati, senza dar corso a una negoziazione, con l'offerente». Eppure poche settimane dopo, il 23 marzo, Apollo è tornato alla carica rivedendo alcune condizioni: ovvero un aumento da 550 milioni, sempre garantito dai fondi affiliati, riservato per 500 milioni e offerto in opzione agli altri azionisti per i restanti 50. Se il cda, come si legge nella nota, non aveva dato risposta alla prima offerta perché rimodularla? Cosa è cambiato fra il 10 febbraio e il 23 marzo? Il 12 febbraio Malacalza Investimenti - azionista di controllo con il 17,58% (e alleati della Fondazione Carige in un patto sul 19,5%), ha annunciato il rinnovamento dell'intero cda, «licenziando» di fatto il tandem al vertice Montani-Castelbarco. Tanto che la proposta sarà valutata dal nuovo cda della banca che sarà eletto nell'assemblea di domani. Agli attuali prezzi di Borsa Carige capitalizza circa 478 milioni e l'eventuale ingresso di Apollo con un aumento riservato determinerebbe una forte diluizione della quota detenuta da Vittorio Malacalza. Che per il momento tace. Così come non si è espressa ufficialmente la Bce, nonostante le voci di un pressing da Francoforte sui vertici di Carige affinché valutino l'offerta di Apollo. Né si fa cenno nel comunicato di ieri a contatti avuti dalla banca genovese con le autorità di Vigilanza. Gli analisti hanno comunque cominciato a ragionare sui possibili scenari: quelli di Akros non si aspettano che il nuovo cda targato Malacalza accetti l'offerta di Apollo, in quanto altamente diluitiva. Secondo Intermonte l'offerta «non è generosa» in quanto l'istituto, anche alla luce del fatto che non avrà più alcuna sofferenza farebbe molti più utili per minori accantonamenti e maggiore margine interesse. I Malacalza, sempre secondo le stime dei broker, avrebbe una perdita di 160/170 milioni di euro rispetto al suo investimento iniziale, per cui difficilmente aderirà all'offerta di Apollo. L'imprenditore genovese, aggiunge un altro analista, «potrebbe puntare subito a un'operazione di aggregazione con un'altra banca» da portare alla Bce come valida alternativa.

Il mercato si interroga anche sull'eventuale lancio di un'Opa obbligatoria da parte di Apollo perché con l'aumento di capitale riservato il fondo diventerebbe primo azionista di Carige con una quota compresa tra 52% e 59 per cento.

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