Coronavirus

Mannaia di Fitch sull'Italia: il debito è quasi spazzatura

L'agenzia di rating declassa il Paese a BBB- con outlook stabile: "Col virus il pil del 2020 scenderà almeno dell'8%"

Mannaia di Fitch sull'Italia: il debito è quasi spazzatura

La "mannaia" di Fitch si abbatte sul rating dell'Italia che passa ora da BBB a BBB- (un gradino sopra quello ritenuto "spazzatura") con outlook stabile. Ad annunciarlo è la stessa agenzia di rating internazionale.

"Il downgrade riflette il significativo impatto del coronavirus sull'economia italiana e sulla posizione di bilancio", afferma Fitch sottolineando come le stime prevedano una contrazione del pil dell'8% nel 2020, con un debito al 156%. L'outlook resta invece stabile dal momento che ci si aspetta una reazione del Paese grazie agli acquisti della Bce che allenteranno i rischi di rifinanziamento. Una nuova revisione del rating è prevista per il prossimo 10 luglio, ma la data potrebbe cambiare in base agli "sviluppi nel Paese". Con un "contenimento" dell'epidemia entro la fine dell'anno, inoltre, fa prevedere una ripresa "relativamente forte" nel 2021. Ma - avvertono gli analisti - una seconda ondata di contagi e nuove misure restrittive che porterebbero a uno stop prolungato alle attività produttive del Paese si trasformerebbero in stime ancora più basse nel 2020 e nel 2021. Il rapporto debito/pil aumenterà invece "di circa 20 punti percentuali" nel 2020, fino ad arrivare al 156%. Poi "si stabilizzerà a questo livello molto elevato nel medio termine".

La decisione arriva a soli quattro giorni da quella di Standard&Poor's - che aveva invece scelto di lasciare il rating invariato a BBB con outlook negativo - e rischia di portare nuove tensioni sul marcato nonostante gli interventi della Bce per evitare speculazioni.

"I fondamentali dell'economia e della finanza pubblica dell'Italia sono solidi", replica però a stretto giro il ministro dell'Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, "L'agenzia è intervenuta anticipando la valutazione del rating programmata per il 10 luglio. L'accelerazione sarebbe giustificata dal deterioramento in atto del quadro macroeconomico e della finanza pubblica.

Si tratta tuttavia di effetti interamente dovuti a una causa esogena e temporanea".

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