Per Cnh Industrial, la società della galassia Agnelli che produce furgoni e camion con il marchio Iveco, e macchine agricole e movimento terra (Case e New Holland), è in corso una delocalizzazione in senso inverso, o meglio, un processo di rilocalizzazione in Italia. Per intenderci, dalla Spagna alcune produzioni Iveco vengono trasferite in Italia.
In questo modo, i 600 lavoratori della fabbrica di Brescia da quattro anni in solidarietà (il contratto, in scadenza il 21 agosto prossimo, è stato tra i temi affrontati al recente summit torinese della rete sindacale mondiale del gruppo), manterranno il proprio posto. In pratica, la riorganizzazione delle attività industriali di Iveco, in coincidenza con i segnali di ripresa del mercato, prevede lo spostamento di importanti produzioni dalla Spagna (Madrid e Valladolid) all'Italia, a beneficio degli impianti di Brescia, Piacenza e Suzzara (Mantova). Dopo Fca, che sta via via rilanciando le fabbriche del Paese (ripartenza in corso per Cassino e prossima per Mirafiori), lo stesso sta accadendo ora per alcuni siti della divisione camion e veicoli commerciali di Cnh Industrial.
In Spagna, dunque, Madrid e Valladolid si focalizzeranno sulla gamma pesante, i Tir, con il secondo stabilimento che riceverà da quello della Capitale la linea di montaggio delle cabine del «gigante» Stralis. A questo punto a Valladolid cessa la produzione della gamma Daily, i furgoni «globali» del gruppo, che viene quindi portata in Italia, a Suzzara. Nel sito mantovano sarà dunque concentrata, dal 2016, l'intera produzione di questo automezzo. Di rimbalzo, sarà proprio Brescia, che ha sofferto la contrazione delle vendite di Eurocargo (camion di segmento medio), a essere interessata dal trasferimento della linea Daily: la fabbrica mantovana, entro il prossimo anno, assorbirà infatti oltre 600 lavoratori bresciani. C'è poi Piacenza, che alla luce della riorganizzazione in corso, riceverà, sempre a scapito di Madrid, la linea di mezzi pesanti speciali e telai per i veicoli della difesa: dalla seconda metà di quest'anno ci saranno una quarantina di nuovi occupati. Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim-Cisl, sottolinea come la strategia della società, al cui vertice siede Sergio Marchionne, «prevede un aumento dei posti di lavoro e della competitività» delle fabbriche italiane coinvolte nel piano. «Esiste poi - aggiunge - una ricaduta positiva sulla gestione della difficile riorganizzazione di Brescia, dove erano stati dichiarati 600 esuberi».
Al recente vertice torinese della rete globale sindacale di Fca e Cnh Industrial è stata espressa invece la preoccupazione per l'impianto di
Iesi, a causa delle difficoltà in cui si dibatte il settore della macchine per l'agricoltura. E proprio per ridare forza a questo comparto, fino a poco tempo fa trainante per la società, Marchionne è in cerca di acquisizioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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