È il 6 giugno la prima data segnata sull'agenda di Alitalia ed Etihad. Venerdì prossimo sarà infatti convocato il cda dell'ex compagnia di bandiera, per approvare le condizioni contenute nella lettera degli Emirati Arabi. Seguirà un mese decisivo, in cui i vertici delle due compagnie, con i rispettivi legali e advisor, metteranno a punto tutti i dettagli dell'intesa, che porterà gli emiratini a entrare nel capitale di Alitalia con circa 600 milioni di euro. Gli ultimi nodi da sciogliere sono i debiti di Alitalia e gli esuberi. Una linea di intesa con le banche sarebbe già stata trovata, con la rinuncia a un terzo dei 565 milioni di debito e la conversione in azioni del resto; ma c'è ancora molto da limare. Sul fronte sindacale, difficilmente si ripeterà il muro contro muro che nel 2008 fece saltare l'accordo con Air France. «È stato evitato il disastro, ora dobbiamo venirci tutti incontro: governo, compagnia e sindacati- è la posizione del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni - Se ci sarà, finalmente, questo nuovo piano di sviluppo che noi auspichiamo da tempo, non ci saranno esuberi e potranno essere riassorbiti via via tutti i lavoratori». In tutto dovrebbe trattarsi di 2.600 persone, di cui 800 tra assistenti di volo e piloti potrebbero ricollocarsi presso Etihad in altre destinazioni: più difficile la soluzione per i 1.800 addetti di terra - ma oltre 600 sono già in cassa integrazione - considerati superflui. Per loro potrebbe aprirsi il paracadute degli ammortizzatori sociali: il governo si è già detto pronto a fare la sua parte. Che comprenderà anche il via libera al decreto di liberalizzazione per Linate e al collegamento Alta velocità tra Roma e Fiumicino, richiesti dagli arabi.
L'accordo dovrà, infine, ottenere l'imprimatur dell'Antitrust europea, e qui i tempi potrebbero allungarsi. Le norme Ue richiedono infatti che una compagnia, per mantenere lo status comunitario, non sia controllata da soggetti extraeuropei, mentre l'ingresso degli arabi, per quanto formalmente di minoranza, nella sostanza potrebbe rivelarsi un vero controllo. Prevedibili quindi le contestazioni a Bruxelles, già peraltro avanzate da Lufthansa e Iag(British-Iberia). Diversa la posizione di Air France-Klm, che di Alitalia è azionista con circa il 7%, ma con Etihad ha accordi e altri intende avviarne: l'ad Alexandre de Juniac ritiene che l'intesa tra Alitalia ed Etihad porterà dei benefici al gruppo franco-olandese. «Noi abbiamo buone relazioni con la compagnia emiratina», ha confermato Camiel Eurlings, ad di Klm, aggiungendo che sono già iniziate le discussioni «per una distribuzione dei profitti tra Abu Dhabi e Amsterdam».
In attesa del «matrimonio» - che non dovrebbe avvenire quindi prima di ottobre - Alitalia ed Etihad debuttano con il primo comunicato commerciale congiunto lanciando il programma turistico di tariffe agevolate «Italiani nel Mondo» («Made of Italians») 2015.
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