Maxiperdita alla Rcs Ora l'aumento è più vicino

Maxiperdita alla Rcs Ora l'aumento è più vicino

Grana «capitale» per Rcs che convoca l'assemblea. È un battesimo rosso fuoco quello di Pietro Scott Jovane, il nuovo ad (si è insediato il primo luglio) venuto da Microsoft Italia, alle prese con il suo primo consiglio di amministrazione. E la partenza, seppure scontata, è piuttosto difficile. Tanto che il consiglio, in conseguenza della riduzione del capitale di oltre un terzo per via del maxirosso semestrale di 427 milioni (-19,5 milioni nel 2010) ha convocato per ottobre «l'assemblea ai sensi dell'articolo 2446 del codice civile per adottare gli opportuni provvedimenti».
Si tratta di un atto dovuto dato che lo stesso cda ha altresì proposto di rinviare i provvedimenti in connessione all'approvazione di un piano per lo sviluppo. A pesare sui conti la forte svalutazione degli asset spagnoli per un totale che ammonta a 305,4 milioni di Unidad Editorial, la casa editrice di El Mundo. Un write-off (per altro seguente a quello da 300 milioni di fine 2011) che ha determinato la riduzione del patrimonio da 716,8 milioni di euro a 335,6 milioni da gennaio a giugno. Le svalutazioni non hanno avuto impatti sulla posizione finanziaria netta, attesa in miglioramento nel 2012 per effetto della cessione di Flammarion. Rcs ha infatti già confermato di voler accettare l'offerta vincolante ricevuta da Madrigall. Ed è per questo che il debito resta stabile a un miliardo di euro contro i 938,2 milioni del dicembre scorso.
Di qui il bivio che Scott Jovane e il patto di sindacato dovranno affrontare: abbattere il capitale o affrontare un aumento abbastanza sgradito dai soci forti. In ogni caso, c'è tempo fino all'approvazione del bilancio 2012 per prendere una decisione definitiva: o si ricapitalizza o si vendono altri asset come parte del palazzo di Via Solferino. Si prevede perciò una replica delle tensioni verificatesi nel lungo processo di nomina del successore di Antonello Perricone.
Sul fronte dei ricavi (-10% a 799 milioni) pesa il calo della pubblicità (-12,6% annuo a 332,8 milioni) mentre crescono quelli delle attività digitali. Dalle azioni di efficientamento sono attesi 70 milioni di risparmi nel 2012, dopo i 255 milioni conseguiti nel 2011. Il margine operativo lordo prima degli oneri e proventi non ricorrenti è stato positivo per 17,8 milioni, in calo rispetto ai 43,5 milioni nel primo semestre 2011. Non brillanti le previsioni con prospettive di tagli all'organico in tutte le divisioni, dai periodici ai quotidiani e dunque anche al Corriere della Sera. I tagli però non basteranno a fermare l'emorragia dei ricavi. In una nota Rcs ha infatti già sottolineato di prevedere per il 2012 «ricavi ed Ebitda in diminuzione pur continuando nella difesa della propria redditività».

L'attesa, specifica Rcs, è per un risultato «in perdita nonostante la «plusvalenza che si potrà realizzare con la cessione di Flammarion, dovendo scontare anche per il 2012 le significative svalutazioni di attivi immateriali». La società ha comunque già avviato «la predisposizione di un piano che risponderà con strategie adeguate alle nuove sfide del mercato puntando con determinazione a una innovativa logica editoriale e di sistema».

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