Tra Mediaset e Vivendi prove di accordo

L'idea piace al mercato, ma il Biscione va avanti con la richiesta dei danni

Tra Mediaset e Vivendi prove di accordo

Resta elevata l'attenzione sulla querelle che contrappone Mediaset e la capogruppo Fininvest a Vivendi. Ai francesi il gruppo della famiglia Berlusconi avrebbe complessivamente chiesto tra i 3 e i 3,5 miliardi di danni nelle cause civili avviate per tutelarsi dal mancato rispetto degli accordi su Mediaset Premium. A dicembre è prevista l'udienza al Tribunale di Milano, ma il mercato scommette che la vicenda si chiuda prima del prossimo round a Palazzo di Giustizia con un accordo comunque oneroso per Vivendi. Quindi, nel frattempo, fioriscono le ipotesi.

Ieri in Piazza Affari si è tornati a parlare di una possibile «Santa Alleanza» tra Vivendi, Telecom Italia (partecipata dai francesi al 23,6% del capitale) e Mediaset (partecipato dal gruppo di Vincente Bollore con il 28,8% del capitale) che unisca la piattaforma di distribuzione di Tim, a Premium con la pay tv del Biscione e quella d'Oltralpe Canal+, costituendo un polo per la produzione e distribuzione di contenuti a pagamento in grado di concorrere, tra l'altro, alla prossima asta per i diritti di Serie A. L'ipotesi piace sia al mercato (Mediaset ha guadagnato l'1,2% e ha chiuso a 3,09 euro) sia agli analisti, ma al momento non sembra raccogliere l'interesse dei protagonisti della vicenda. Quanto meno quello ufficiale. C'è comunque da scommettere che le trattative dietro le quinte proseguano intensamente.

L'accordo a tre, tra Vivendi, Tim e Mediaset, dovrebbe passare dal conferimento di Premium, la pay tv che i francesi si erano impegnati a rilevare nell'aprile del 2016 salvo poi innescare la retromarcia, innescando la prima citazione in giudizio per l'esecuzione del contratto e i danni da parte di Mediaset e di Fininvest che lamenta il deprezzamento del titolo. A giugno è poi arrivata la notizia di un ulteriore fronte giudiziario aperto: i Berlusconi infatti hanno chiesto al gruppo di Bollorè i danni per il tentativo di scalata, in violazione ai patti pregressi, messo in atto lo scorso dicembre.

Il raggiungimento di un eventuale accordo oltre a chiudere i fronti legali aperti permetterebbe a Vivendi di cedere la propria partecipazione in Mediaset già finita nel mirino dell'Agcom che ha congelato la quota eccedente il 10% consentito dalla legge, dando tempo ai francesi un anno per risolvere la situazione. Un'informativa sul tema è stata intanto fissata per il 13 settembre.

Per Banca Akros un accordo come quello ipotizzato dal mercato sarebbe «un compresso soddisfacente» sia per i francesi che per il gruppo guidato

da Piersilvio Berlusconi per cui comunque il broker si attende una ulteriore compensazione anche se inferiore al risarcimento richiesto in Tribunale. Dello stesso avviso Mediobanca che in merito parla di «buona notizia».

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