Mediobanca, Glass Lewis vota la lista del cda ma tace sul caso Pagliaro

Nel rapporto diffuso ieri non si fa cenno all'anomalia di un candidato presidente certificato «non indipendente»

Mediobanca, Glass Lewis vota la lista del cda ma tace sul caso Pagliaro
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Dopo Iss, anche il proxy advisor Glass Lewis consiglia agli azionisti di Mediobanca di votare la «lista del cda» nell'assemblea del 28 ottobre, chiamata a rinnovare i vertici dell'istituto. Ma a differenza di Iss, Glass Lewiss ha preferito tapparsi occhi e orecchi di fronte alla plateale anomalia di un candidato presidente di una banca, Renato Pagliaro, che per sua stessa ammissione è «non indipendente». Scrivono pilatescamente gli specialisti del proxy: «L'attuale composizione del board è adeguatamente indipendente e garantisce una rappresentazione bilanciata di competenze chiave per una società di questo settore». Il report osserva inoltre che «l'80% dei candidati presentati dal cda uscente è indipendente e che la lista include i nomi proposti per presidente e ad», evitando però di soffermarsi, a differenza di Iss, sulla figura di Pagliaro. Considerato il meccanismo di elezione del board e il numero di candidati inclusi nelle diverse liste, prosegue il proxy, «ogni possibile esito del voto avrà come probabile risultato un cda composto all'80% da consiglieri indipendenti, livello che rappresenta un miglioramento significativo rispetto alla condizione attuale». In conclusione, «riconoscendo la competenza di tutti i candidati presentati - conclude Glass Lewis - alla luce di tutto questo crediamo che gli azionisti possano ragionevolmente sostenere la lista presentata dal cda». Il proxy consiglia inoltre voto favorevole su tutti gli altri punti all'ordine del giorno, a partire dalla politica di remunerazione. Che, sia detto per inciso, per i tre esponenti di vertice di Mediobanca in questi ultimi cinque anni ha significato un compenso totale di 10 milioni per Pagliaro, di 23 milioni per il ceo Alberto Nagel e di 19 milioni per il direttore generale Francesco Saverio Vinci, anch'egli presente nella lista del cda. Quanto all'elezione del collegio sindacale, Glass Lewis in un gesto di estrema equidistanza consiglia di votare i candidati di Assogestioni. «In genere - annuncia il report - raccomandiamo che gli azionisti sostengano la lista che sembra proteggere meglio gli interessi di tutti gli azionisti, inclusi quelli di minoranza». C'è di più. Nell'ansia di far sapere che lo schieramento a favore delle proprie ragioni è ampio, gli uffici di Piazzetta Cuccia ieri sera hanno diffuso anche l'opinione di un altro proxy, il Pensions & investment research consultants (Prc), dedito a rappresentare gli interessi dei fondi pensione inglesi.

Ebbene, in modo assai più rozzi rispetto ai toni di Iss e Glass Lewiss, Prc arriva ad esprimere seri dubbi (sic!) sull'indipendenza dei candidati presentati dal primo azionista Delfin: non si capisce se questa Prc è un'allegra associazione di anime belle oppure se in loro prevale l'arroganza di chi pensa che gli investitori siano solo una massa di cretini creduloni.

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