Le famiglie e le imprese che hanno scelto il mercato libero pagano bollette di luce e gas più care rispetto a coloro che hanno scelto di restare nel regime di «maggior tutela», ossia sottoscrivere contratti di fornitura con prezzi fissati dall'Authority dell'Energia. A fornire questi dati è stata proprio l'Autorità guidata da Guido Bortoni al termine di un'indagine conoscitiva sui prezzi applicati nel 2011.
In particolare, per i clienti domestici il prezzo medio di approvvigionamento del mercato libero dell'elettricità è risultato per il 12,8% più alto del prezzo di maggior tutela (108,61 euro al megawattora contro 96,25 euro/megawattora).
Per le aziende (clienti non domestici) la maggiorazione è stata del 6,6% circa (105,49 euro contro 98,97). Un analogo «sovrapprezzo», anche se di entità più contenuta, è stato riscontrato dall'Autorità anche relativamente al 2012.
Sul mercato libero del gas, invece, il prezzo per i clienti domestici risulta superiore al 2% (0,5314 euro/metro cubo contro 0,52 euro). Se si considerano solo le classi di consumo inferiori a 5.253,6 metri cubi, il divario mercato libero-maggior tutela sale al 6 per cento. Nel settore del gas, tuttavia, sopra i 50mila metri cubi commercianti e industrie ottengono risparmi fino al 9% quando optano per il regime free market.
Bisogna ricordare, tuttavia, che il regime di mercato libero rappresenta una scelta minoritaria per la clientela italiana (l'83% per l'elettricità e l'89% per il gas). Inoltre, occorre evidenziare che il 70,6% dei clienti elettrici che hanno abbandonato le tutele ha optato per tariffe fisse (monorarie, biorarie e multiorarie), cioè hanno «bloccato» il prezzo per un periodo di 2 anni indipendentemente dalla sua oscillazione. Un altro 20,5% si è indirizzata verso tariffe «tutto compreso» che comprendono altri servizi (incluso il gas). Anche in questo modo può essere spiegata l'evoluzione «anomala». Così come non si può trascurare che, sia per il gas che per la luce, alcune offerte prevedono prezzi fissi quando ci si attiene a una soglia di consumi predeterminata il cui superamento comporta il pagamento di prezzi più elevati.
Ed è proprio per questo motivo che l'Authority ha messo in evidenza - sulla base di un sondaggio condotto presso i consumatori - come «solo la metà degli intervistati sia stata capace di fornire una descrizione del contratto sottoscritto», manifestando «perplessità sulla consapevolezza dei clienti circa la scelta effettuata». Una tirata d'orecchie a Eni ed Enel e alle loro concorrenti tra le quali Edison, A2a e Gas Natural? No, perché l'Autorità guidata da Bortoni ha rilevato anche la scarsa propensione dei consumatori a informarsi tramite i siti Internet che confrontano le varie tariffe applicate da chi opera in regime di mercato libero.
Ecco perché le associazioni degli utenti, come l'Aduc, hanno invitato i cittadini a restare nel «mercato protetto». D'altronde, la statistica ha evidenziato che si è sortito l'effetto opposto che si sperava: replicare gli effetti benefici della liberalizzazione dei servizi telefonici.
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