Molte controllate indicate non esistono. Sospetti anche sul passato del presidente

La vicenda Lucchini si tinge sempre più di giallo. Smc, il gruppo tunisino che vorrebbe acquistare il gruppo siderurgico di Piombino, è finita nel mirino della magistratura di Livorno e della Guardia di finanza, ma non demorde e annuncia sul proprio sito che il 24 aprile presenterà le sue attività in un hotel di Tunisi. Potrebbe essere l'occasione per illuminare le - troppe - zone d'ombra della società. La proposta di Smc per la Lucchini ha avuto grande attenzione, soprattutto a livello locale, perchè è l'unica a garantire il mantenimento dell'altoforno e quindi i livelli occupazionali, prefigurando investimenti miliardari negli impianti e sul territorio. Ma il commissario l'ha esclusa dalla procedura di due diligence perché l'offerta non vincolante era stata giudicata incompleta e necessitava di integrazione. A seguire è giunto da Tunisi l'annuncio dell'aumento di capitale da 2 milioni a 2 miliardi di dollari, quasi un quinto del bilancio dello Stato tunisino. Ma anche il faro acceso dalla Procura e dalla Gdf: al vaglio degli inquirenti ci sarebbero anche le attestazioni fornite dal numero uno della società, Khaled Al-Habahbeh, per avere il permesso di soggiorno in Italia. Nel casellario Usa, infatti, sono registrati 4 procedimenti a questo nome, con una data di nascita identica a quella del presidente di Smc: le motivazioni delle condanne vanno dalla truffa al riciclaggio di denaro e spaccio di droga.
Un fatto che getta una luce sinistra sulle affermazioni della società, che sul suo sito si definisce «in trattative molto avanzate per l'acquisto della più grande fabbrica di ferro in Europa» e delinea la geografia delle controllate: attività nel cemento, nell'acqua, nell'alimentare, nell'acciaio e nei servizi, in Europa, Nord Africa e Medio Oriente. Ma, secondo quanto ricostruito da Radiocor, alcune società non figurano iscritte negli elenchi ufficiali dei rispettivi Paesi o per lo meno non con la denominazione riportata dal sito e di altre non si hanno riscontri chiari.


Allarmati, i sindacati Fim, Fiom e Uilm promuoveranno una raccolta firme per presentare un esposto alla Procura sullo svolgimento della procedura di cessione dell'acciaieria. E gli operai tentano vie alternative per far conoscere la loro drammatica situazione, compreso un documentario in Rete, e perfino un Dvd da spedire a Papa Francesco.

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