
Quello tra le stelle è un affare galattico. Il World Economic Forum stima che la space economy, ovvero l'economia legata alle attività spaziali, sia destinata a triplicare di valore nei prossimi dieci anni, raggiungendo 1.800 miliardi di dollari. E l'Italia è sulla rotta giusta per cogliere questa opportunità. Il settimanale Moneta - in edicola domani con il Giornale, Libero e Il Tempo - va infatti in orbita oltre i grandi gruppi come Leonardo, soffermandosi ad esplorare centri di ricerca e numerose startup ultra-specializzate. Nel frattempo, a Wall Street il debutto da record della società Voyager ha riacceso l'interesse per la quotazione di SpaceX di Elon Musk.
Il futuro è lì sopra e l'Italia ci punta. Ma con i piedi ben saldi a terra o meglio, tra le risaie si prepara un'altra missione: esportare il riso made in Italy in Giappone. Con il Sol Levante alle prese con una grave crisi di produzione, l'Expo di Osaka sarà l'occasione per presentare le nostre eccellenze agricole e lanciare una nuova varietà pensata ad hoc per i piatti nipponici.
Tornando in Italia Moneta racconta la sventata Opa rossa sull'aeroporto di Bologna e spiega i retroscena di un risiko bancario che procede su un terreno accidentato: i riflettori sempre accesi su Unicredit, costretta a dire addio alla Russia su spinta del governo e nel rispetto del Golden Power. Una ritirata complessa, carica di costi, limiti e vincoli Bce, che si è trasformata in un rebus per il ceo Andrea Orcel. La prospettiva sul mondo finanziario si allarga con un'intervista esclusiva a Stefano Firpo, direttore generale di Assonime, che invita l'Europa a rompere gli indugi e costruire finalmente una Vigilanza bancaria degna di questo nome: supervisione unica e mercato dei capitali integrato, due tasselli fondamentali per un'Europa che, dopo dieci anni di promesse, ancora non vede l'Unione bancaria con un solo codice valido per tutte le banche Ue.
Il tempo del cambiamento, anche sulla Terra, è
adesso. E a proposito di cambiamenti, Daria Illy racconta a Moneta i motivi dietro la sua uscita dall'impresa di famiglia. Ma anche per gli ex Paesi "Pigs" è ormai tutto diverso, tanto che gli investitori fanno incetta di Btp.