Mps, ai fondi la guida operativa Siena sceglierà il presidente

È costruito sul quadrilatero Siena-Isole Cayman-Bermuda-Lussemburgo il blocco azionario del 9% con cui la Fondazione Mps punta a restare il baricentro del Monte Paschi anche dopo l'aumento da tre miliardi necessario per rimborsare i Monti bond: gli alleati sudamericani Fintech e Btg Pactual hanno infatti sistemato le quote in Paesi dal fisco leggero.
«Ci auguriamo che questo patto possa diventare un polo di aggregazione per il futuro», ha commentato la presidente della Fondazione, Antonella Mansi, a aprendo a nuovi soci. Siena non regnerà però più sulla «sua» banca: anche se il fronte risulterà maggioritario in assemblea, il patto parasociale pubblicato ieri assegna ai due fondi esteri il potere di proporre il capo azienda, pur prevedendo la «preventiva approvazione» di Palazzo Sansedoni, che «non dovrà essere ingiustificatamente rifiutata». Quest'ultimo mantiene, con un meccanismo opposto, l'imprimatur sull'indicazione del presidente. Le sei pagine dell'accordo prevedono comunque una lista unica di almeno sei consiglieri e di due sindaci, con un criterio di alternanza tra Siena (che quindi avrebbe tre uomini) e gli alleati sudamericani.
Il presidente Alessandro Profumo e l'ad Fabrizio Viola, che hanno salvato Mps dalla nazionalizzazione, scadono nel 2015 ma resta chi legge la mossa della Mansi come un segnale verso il vertice. La Fondazione si è poi vincolata a favorire le dimissioni di due degli attuali consiglieri, per fare posto a Fintech e Btg. I nuovi equilibri del Monte dipendono comuque da quali saranno le mosse degli altri istituzionali ed hedge fund, che Profumo e Viola conoscono da anni, giunti a Siena: BlackRock, che ha ufficialmente il 5,8% ma è da alcuni indicata in area 8,5%, oltre a Och Ziff, Marshall Wace, Tosca e Guggenheim. La Fondazione ha «fatto una scelta di stabilità, perché c'è un lock-up», si è limitato a sottolineare Profumo. L'accordo parasociale, che ha durata triennale, stabilisce infatti per Siena e Fintech il divieto di vendere per due anni, mentre per Btg il vincolo si ferma a 16 mesi. I pattisti sottoscriveranno quindi la ricapitalizzazione, così da non diluirsi e avere una quota finale «almeno pari» al 9% (2,5% per la Fondazione, 4,5% per Fintech e 2% per Btg). Nessun impegno, invece, su eventuali aumenti ulteriori.

Non è mancata, infine, la sferzata del fondatore del fondo Algebris, Davide Serra, secondo cui il fabbisogno di Mps non è di 3 ma di 6 miliardi, considerando la «bassa copertura» di sofferenze e incagli rispetto a Intesa e Unicredit; senza contare che il prezzo oggi è troppo elevato»: in Borsa Mps ha chiuso a 28 cent (-0,4%).

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