Nel secondo giorno di aumento non cambia il copione Mps in Borsa. Anche ieri il titolo non è riuscito a fare prezzo, bloccato dagli effetti distorsivi tipici delle ricapitalizzazioni iperdiluitive. Rispetto al prezzo dell'asta di chiusura di lunedì (1,848 euro), ieri Mps ha segnato un valore indicativo di 2,216 euro con un rialzo teorico del 19,9 per cento. Ancora sotto pressione i diritti, in calo del 7 per cento. Mentre restano in allerta Consob e Borsa, gli operatori sottolineano il caos tecnico e l'anomalia della situazione. Eppure guardando al passato, fa notare un osservatore di mercato, nel caso di Mps sono state adottate dai regolatori alcune misure preventive: è stato stabilito, per esempio, il divieto di immettere ordini senza limiti di prezzo e gli ordini possono avere un rialzo massimo del 20% rispetto al riferimento. «Tanto più gli aumenti sono diluitivi tanto più si sono registrati in passato andamenti anomali» con rialzi a tripla cifra e rovinosi scivoloni a operazione chiusa, spiega l'osservatore ricordando le operazioni Tiscali, Fonsai, Seat.
Intanto ieri Mps ha raggiunto «un accordo vincolante per la cessione pro soluto e in blocco di un portafoglio di crediti in sofferenza a un veicolo di cartolarizzazione finanziato da società riconducibili a Fortress Investment Group». Il portafoglio oggetto della vendita vale 500 milioni. Da ieri, inoltre, il Ftse ricalcolerà l'indice Ftse Mib per tener conto dell'aumento di capitale Mps.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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