Quattro virgola cinquantacinque euro. Si chiude con questo prezzo il ritorno in Borsa del titolo Mps che dieci mesi fa di euro ne valeva 15, ovvero il 70% in più.
Il mercato ieri si è sintonizzato sui 4,28 euro a cui la stessa banca senese ha valorizzato le azioni proprie in portafoglio ma lontano dagli 8,65 versati dagli obbligazionisti subordinati e dai 6,49 euro pagati dal Tesoro. La quota del 52,2% in mano al ministero, costata 3,85 miliardi con la ricapitalizzazione precauzionale, oggi ne vale 2,7 con una perdita potenziale per lo Stato di 1,1 miliardi destinata però ad aumentare, ai corsi attuali, di altri circa 700 milioni con l'acquisto delle azioni degli ex obbligazionisti subordinati previsto dalle regole del cosiddetto burden sharing. Dopo questa operazione lo Stato salirà fino al massimo del 67,76% e se si considera che le azioni proprie superano il 3% e Generali ha una quota del 4,3%, il flottante si riduce attorno al 25% (circa 29 milioni di titoli, di cui però solo 12,8 milioni sono realmente stimate sul mercato). Una soglia non lontana da quel 22% che il Montepaschi registrava dopo il collocamento del 1999. Solo che questa volta il primo azionista non è la Fondazione ma il Mef che ieri sera ha ribadito il sostegno al management di Rocca Salimbeni con una raccomandazione: «deve ora riportare la banca a produrre utili».
Tornando alla cronaca borsistica di ieri, ad animare il rientro del Monte (che oggi capitalizza 5,18 miliardi) è stata l'alta volatilità che ha fatto scattare per ben due volte la sospensione: le azioni hanno oscillato da un valore massimo di 5,26 euro a un valore minimo di 4 euro. Dopo un avvio a 4,13 euro il titolo è infatti salito fino a sfondare i 5 euro a metà seduta, con un rialzo di oltre il 28% rispetto al primo prezzo, per poi ripiegare e chiudere appunto a 4,55 euro, pari ad un rialzo dell'11% rispetto al prezzo di apertura. Forti i volumi con 51,8 milioni di titoli scambiati pari al 4,5% del capitale. L'instabilità è destinata a durare anche nelle prossime sedute. Le vendite di chi è rimasto scottato o ha ancora paura dei fantasmi del passato potrebbero essere compensate dal supporto di qualche fondo speculativo che punta su forti rimbalzi, o dei fondi indicizzati costretti a reinserire Mps nei panieri.
Gli analisti restano, dunque, prudenti. C'è chi si aspetta nei prossimi giorni vendite da parte degli istituzionali che si sono trovati con le azioni dopo la conversione dei bond, al punto da prevedere un passaggio di mano anche del 9-10% del capitale della banca.
Altri, come i broker di Banca Imi, non escludono che Mps possa entrare in qualche indice di riferimento più avanti attraendo investitori non esposti oggi sul Monte. Equita Sim ricorda come uno degli asset di maggiore pregio della banca siano i crediti fiscali per 3,2 miliardi a causa delle perdite generate negli esercizi passati, e che rappresentano il 44% della valutazione. Per Banca Akros il titolo Mps può arrivare a 4,6 euro mentre Fidentiis non si spinge oltre i 4,28 stimati alla vigilia e consiglia di vendere. Nessuna reazione ufficiale, invece, del vertice del gruppo senese.
Tuttavia nei giorni scorsi l'ad Morelli avrebbe rassicurato i dipendenti in occasione di un incontro informale sottolineando che una volatilità del titolo Mps è da tenere in conto per le prime settimane di quotazione, dopo lo stop di dieci mesi, ma non deve essere fonte di preoccupazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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